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L’offerente dell’inceneritore presenta ricorso contro la decisione di Wasteserv

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Un consorzio che ha perso un contratto multimilionario per la costruzione di un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti a Magħtab per conto di Wasteserv ha fatto ricorso contro la decisione della gara d’appalto.

Hitachi-Zosen Inova AG – Terna S.A., che aveva presentato un’offerta da 780 milioni di euro per la costruzione e la gestione dell’impianto di gestione dei rifiuti Ecohive, ritiene che la procedura di gara sia stata viziata dopo che le informazioni sulle offerte sono state rese pubbliche in modo irregolare.

La società ritiene inoltre che l’offerente vincente – un consorzio guidato dal gigante francese dei rifiuti Paprec in collaborazione con l’azienda locale Bonnici Bros – non sia in grado di soddisfare i requisiti tecnici al prezzo che ha presentato.

Wasteserv ha assegnato il contratto al consorzio Paprec-Bonnici Bros sulla base di un’offerta di 600 milioni di euro.

L’offerta di Hitachi-Zosen Inova è stata la più alta delle tre ricevute durante la procedura di gara, mentre quella di FCC Medioambiente Internacional SLU, pari a 616 milioni di euro, si è collocata tra le due.

In un documento depositato presso la Commissione per la revisione dei contratti pubblici lunedì 23 ottobre, gli avvocati del consorzio hanno chiesto alla commissione di annullare l’intera procedura di gara e di rimborsare le somme versate per partecipare al processo.

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Il ricorso di Hitachi-Zosen Inova si concentra su tre punti chiave:

  1. Valutazione errata

Il consorzio ritiene che il comitato di valutazione abbia assegnato un punteggio errato alla sua offerta per motivi tecnici e abbia erroneamente dichiarato che alcune informazioni non erano state fornite quando in realtà erano state rese disponibili.

Il consorzio ha inoltre contestato il fatto che la commissione non abbia segnalato questi problemi prima di assegnare un punteggio alla sua offerta.

2. Prezzo troppo basso per i requisiti tecnici

Hitachi-Zosen Inova sostiene che il costo fisso annuale di 8 milioni di euro e il costo del capitale di 285 milioni di euro dell’offerente vincitore sono troppo bassi per essere realistici.

“L’offerente raccomandato non è in grado di sostenere un tale prezzo con i requisiti tecnici obbligatori specificati nella gara d’appalto; in alternativa, sosterrà il prezzo, ma offrendo una soluzione non conforme alle specifiche della gara”, ha affermato.

Il Comitato ha inoltre contestato il fatto che il comitato di valutazione si sia affidato a vari subappaltatori per valutare gli aspetti tecnici dell’offerta, affermando che questi subappaltatori dovevano mostrare la documentazione del loro lavoro e assumersi la responsabilità del contratto.

3. Irregolarità nella procedura di gara

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Hitachi-Zosen Inova ritiene che l’intera procedura debba essere annullata, perché Wasteserv e il Dipartimento dei contratti hanno pubblicato prematuramente le offerte finanziarie non vincolanti di quattro dei cinque offerenti.

Secondo Hitachi-Zosen Inova, questa decisione ha distorto la procedura di gara e ha impedito una concorrenza leale.

Cosa accadrà in seguito?

L’appello di Hitachi-Zosen Inova frena di fatto l’importante appalto infrastrutturale, che non potrà andare avanti fino a quando il Public Contracts Review Board non avrà concluso il suo processo di appello.

Il consorzio ricorrente, rappresentato dagli avvocati Matthew Paris e Adrian Delia, ha dichiarato di avere ulteriori prove da presentare e di volere diversi testimoni, tra cui i rappresentanti del comitato di valutazione, del dipartimento dei contratti e di tutti gli offerenti.

L’impianto di termovalorizzazione progettato da Wasteserv tratterà 192.000 tonnellate di rifiuti non riciclabili all’anno, che verranno inceneriti e convertiti in calore in grado di generare energia.

Prima dell’inizio dei lavori, WasteServ prevede anche di avere altre due importanti gare d’appalto sul mercato, una per un impianto di trattamento dei rifiuti organici finanziato dall’UE e l’altra per un impianto di gestione dei rifiuti.

Tutti questi progetti sono in linea con il piano “Ecohive” dell’agenzia statale e mirano a consentire a Malta di passare a un’economia completamente circolare nel campo della gestione dei rifiuti.

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