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Malta

Licenziato, sfrattato e arrestato: il ritorno di Vincenzo Ramaci a Malta

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Un dramma che ha sconvolto la vita di un uomo: licenziato, sfrattato e costretto a lasciare Malta. Questa è la storia di Vincenzo Ramaci, un italiano di 39 anni, che ha reagito alla disperazione con minacce, rivolte ai suoi ex datori di lavoro, trasformando la sua rabbia in messaggi di testo e vocali inquietanti.

Ramaci si era trasferito a Malta, dove aveva trovato lavoro e alloggio grazie a una coppia maltese, i suoi datori di lavoro. Ma le cose hanno preso una brutta piega. In un attimo, Ramaci ha perso tutto: il lavoro, la casa e, forse, anche la speranza. E così sono iniziati i messaggi minatori che hanno messo paura ai suoi ex datori di lavoro, costringendoli a rivolgersi alla polizia.

“Era arrabbiato… alla fine ha dovuto lasciare Malta” , ha spiegato la sua avvocata in tribunale, cercando di chiarire le motivazioni del suo cliente senza però giustificarne le azioni.

Ramaci ha lasciato Malta, ma quando è tornato, è stato immediatamente arrestato. I dettagli del caso sono stati presentati mercoledì pomeriggio, quando Ramaci è stato accusato di molestie, di aver incusso timore di violenza nei suoi ex datori di lavoro e di aver abusato delle apparecchiature di comunicazione elettronica.

Dopo aver parlato con la sua avvocata, Yanika Bugeja, e con l’aiuto di un interprete, Ramaci ha ammesso tutto davanti alla corte. La sua difesa ha puntato sul pentimento, evidenziando come il suo cliente avesse collaborato con la polizia e mostrato rimorso. I messaggi minatori, infatti, erano cessati il 4 luglio, e nei mesi successivi l’imputato aveva riconosciuto i propri errori.

“Si è preso la responsabilità delle sue azioni”, ha dichiarato l’avvocata Bugeja, suggerendo una garanzia personale come pena, anziché una condanna più pesante. Ma la magistrata Lara Lanfranco non si è limitata a questo: Ramaci è stato vincolato da un’obbligazione personale di 2.000 euro valida per un anno e ha ricevuto una multa di 100 euro, con l’ordine di non avvicinarsi alle vittime né di molestare loro o le loro famiglie in alcun modo.

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Durante l’udienza, Ramaci, visibilmente preoccupato, ha chiesto: “Come posso recuperare i miei vestiti e i miei oggetti personali che sono ancora nell’appartamento?” . La risposta è stata chiara: avrebbe dovuto rivolgersi ai suoi ex datori di lavoro tramite un avvocato per risolvere la questione.

Foto: Matthew Mirabelli.

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