L’insegnamento online è una vera sfida, anche nelle migliori condizioni. Immaginate cosa succede quando un insegnante accetta oltre 40 studenti in una lezione privata virtuale! Un vero incubo, secondo molti genitori che si sono lamentati della qualità dell’istruzione ricevuta dai loro figli in questo tipo di lezioni. Le lezioni private, pensate per offrire un’attenzione personalizzata, si stanno trasformando in classi di massa, dove i ragazzi, già in difficoltà con la materia, finiscono per lottare ancora di più per seguire.
Marco Bonnici, presidente del sindacato degli insegnanti, ha lanciato l’allarme: “È il momento di mettere un freno a questo sistema senza regole”, ha dichiarato. Ma chi può insegnare davvero? Bonnici sottolinea che, a differenza dell’istruzione obbligatoria, le lezioni private non sono regolamentate, permettendo anche a persone non qualificate di insegnare. “Abbiamo chiesto più volte un quadro normativo per le lezioni private, ma non siamo mai stati ascoltati”
, ha aggiunto, precisando che questa regolamentazione è essenziale soprattutto per le lezioni online, che stanno portando alla luce numerosi problemi.
E i genitori?
Alcuni si dicono esasperati. Non è raro che insegnanti accettino classi virtuali enormi, molto più grandi delle aule scolastiche, rendendo impossibile qualsiasi tipo di attenzione individuale. La promessa di lezioni personalizzate diventa, così, una bugia.
Un recente studio ha rivelato che ben sei studenti su dieci delle scuole secondarie maltesi frequentano lezioni private. Commissionata dalla compagnia lituana Mokosi, la ricerca ha mostrato che il 47% dei genitori sceglie il tutoraggio per aiutare i figli a fare lavori extra, mentre il 33% lo fa per assicurare una maggiore attenzione personale. Ma la realtà delle lezioni online rischia di vanificare queste aspettative.
La questione non si limita alla qualità didattica.
Un sondaggio ha messo in luce una sorta di “zona grigia” fiscale, evidenziando come il sistema delle lezioni private non sia realmente regolato. Questo porta a pratiche poco trasparenti e a una crescente frustrazione da parte delle famiglie.
C’è chi parla di “racket”. Un’insegnante che ha recentemente lasciato la professione non ha esitato a denunciare questa situazione: “Il problema delle lezioni private è sempre stato un racket, ma ora, con le lezioni online, la situazione è peggiorata drasticamente.” Ha raccontato di come molti insegnanti, pur essendo perfettamente in grado di preparare i ragazzi per gli esami, si trovino in competizione con un sistema di lezioni private sempre più selvaggio.
La pandemia di COVID ha sicuramente accelerato la diffusione delle lezioni online, ma a quale prezzo? “Come si può chiamare ‘lezione privata’ una sessione con decine di studenti online?”, si chiede un’altra insegnante, notando che in una scuola, le classi oggi contano circa 20 studenti, mentre le lezioni private online arrivano facilmente a oltre 40. E con numeri così alti, è impossibile monitorare davvero l’apprendimento degli studenti, tanto meno la loro concentrazione. “In presenza è facile vedere chi sta seguendo e chi no, ma online non si ha idea di cosa facciano gli studenti dietro lo schermo.”
Anche gli studenti sono divisi. Una diciassettenne che frequenta lezioni di matematica online confessa: “Preferisco le lezioni in presenza. A casa mi distraggo facilmente con il telefono o con i familiari che parlano. E poi, stare in classe mi aiuta a concentrarmi di più.” Tuttavia, riconosce che dipende molto dall’insegnante: “Alcuni riescono a farci tenere la videocamera accesa e ci fanno domande continuamente. In altre lezioni, sembra solo di guardare un video.” Un altro adolescente ha osservato: “Le lezioni online non saranno mai all’altezza di quelle in presenza. Il professore non può correggerti o riportare la tua attenzione come farebbe in classe.”
Ma non si tratta solo di qualità didattica. Il tema economico è altrettanto cruciale. Molti insegnanti, come spiega Graham Sansone dell’Unione degli Educatori Professionali, sono costretti a cercare soluzioni per affrontare il crescente costo della vita: “Se prima potevi avere sei studenti, ora puoi averne 60 allo stesso tempo e guadagnare di più.” Tuttavia, ammette, ciò avviene a discapito della qualità delle lezioni. E i genitori si sentono ingannati: una madre ha raccontato: “Pago volentieri per aiutare mio figlio nelle materie in cui ha difficoltà, ma non è giusto che gli insegnanti approfittino della situazione riempiendo le classi. Così, mio figlio rischia di non superare gli esami e noi buttiamo via i nostri soldi.”
La domanda ora è: le autorità prenderanno finalmente in mano la situazione, mettendo fine a questo “caos” delle lezioni private?
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