Malta

L’enigma delle campane di Malta: tra storia, suoni e misteri del passato.

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Oltre due secoli fa, Lord Byron, con il suo inconfondibile sarcasmo, avrebbe definito Malta “l’isola delle grida, delle campane e degli odori”. Ma cosa lo ha portato a un giudizio così pungente?

Difficile dire quante campane abbiano davvero interrotto la sua musa durante le sue due visite a Malta, ma oggi, questo piccolo frammento di terra nel Mediterraneo può far risuonare oltre 500 rintocchi di bronzo, spesso provenienti da maestosi campanili che dominano l’orizzonte. Un simbolo che, anche senza Byron, ha segnato la storia e la quotidianità dell’isola.

Nel 1937, la chiesa Stella Maris di Sliema accolse con orgoglio un nuovo set di campane.

In tempi in cui orologi e cronometri erano un privilegio raro o inesistente, le campane non erano solo un mezzo spirituale. Il loro rintocco regolare divenne l’unico strumento capace di scandire il passare del tempo, offrendo alla popolazione un punto di riferimento essenziale. Dal mattino fino al tramonto, quei suoni metallici non erano semplici segnali, ma veri e propri custodi della vita quotidiana.

Una campana per la chiesa parrocchiale di Mqabba immortalata nel 1946.

Malta, però, non si limita al presente: conserva ancora con orgoglio tesori come la Petronilla, una campana risalente al lontano 1370, appartenuta all’antica cattedrale di Mdina. Eppure, l’arte di fondere le campane è stata per lungo tempo una tradizione locale, mantenuta viva fino al 1904, anno della scomparsa del leggendario Ġulju Cauchi. Dopo di lui, fu necessario guardare oltre i confini dell’isola, importando queste meraviglie sonore da paesi come l’Italia, il Regno Unito e la Francia.

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Nel 1949, una cartolina commemorava una nuova campana destinata alla chiesa parrocchiale di Attard.

Ma le campane non erano solo strumenti o simboli religiosi: erano al centro di momenti di festa e orgoglio collettivo. Non a caso, sono protagoniste di innumerevoli cartoline d’epoca, a volte distribuite come souvenir per benefattori, altre volte usate per promuovere il lavoro delle fonderie. In alcune rare occasioni, queste immagini catturavano anche le celebrazioni per la benedizione delle campane, eventi che animavano interi villaggi, trasformando un giorno ordinario in un ricordo indelebile.

Una cartolina del 1928 documenta l’incredibile innalzamento simultaneo di due campane nella chiesa di Sant’Andrea a Luqa, un risultato ottenuto grazie a un abile ritocco fotografico.

Nel corso dei decenni, Malta ha festeggiato le sue campane con un fervore unico. Celebrazioni come quelle del 1901 e del 1932 a Birkirkara, del 1930 a Mellieħa, del 1934 a Marsaxlokk e del 1937 a Sliema testimoniano l’importanza di questi eventi per la comunità. Ogni rintocco, ogni cerimonia e ogni cartolina raccontano una storia di identità, tradizione e orgoglio.

Crediti foto: [Archivio Times Of Malta] .

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