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Malta

La famiglia Ghirxi sfida lo Stato: verità cercasi su Nicolette

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L’11 agosto, una tragedia ha sconvolto l’isola: Nicolette Ghirxi è stata brutalmente assassinata nel suo appartamento di Swatar dal suo ex fidanzato, Edward Johnston. Ma l’incubo non è finito lì. Dopo ore di tensione e un violento scontro con la polizia, Johnston è stato abbattuto, lasciando dietro di sé un’incredibile scia di dolore e domande senza risposta. La famiglia di Nicolette non si dà pace e questa mattina è pronta a sfidare le istituzioni, chiedendo a gran voce un’inchiesta indipendente che faccia finalmente luce su questo orrore.

Oggi, i fratelli di Nicolette, sostenuti dai loro avvocati, si troveranno faccia a faccia con i ministri più potenti del Paese: il Ministro della Giustizia Jonathan Attard, il Ministro degli Interni Byron Camilleri e il Ministro della Politica Sociale Michael Falzon. L’incontro, che si terrà al Ministero degli Interni, potrebbe segnare un punto di svolta in questa drammatica vicenda. Ma la famiglia non si accontenta delle promesse: “Né il consiglio per i reclami contro la polizia né l’inchiesta annunciata dal ministro della politica sociale sono sufficienti”  ha dichiarato l’avvocato Borda. Secondo lui, solo un’indagine indipendente, ordinata direttamente dal primo ministro, può rivelare la verità.

L’articolo 4 dell’Inquiries Act è chiaro – spiega Borda – un ministro può solo nominare un’inchiesta riguardante un dipartimento o un ente per cui è responsabile, mentre il primo ministro può avviare un’indagine a tutto campo.  E di fronte a un crimine così efferato, è di questo che la famiglia di Nicolette ha bisogno: risposte, non mezze verità.

La storia di Nicolette è quella di una giovane donna che ha cercato aiuto, che ha denunciato il suo carnefice, ma che è stata tragicamente ignorata. Il 22 aprile, aveva denunciato Johnston per violenza domestica, ma incredibilmente non è mai stata sottoposta a una valutazione del rischio. Eppure, Johnston era già noto alla polizia, avendo avuto scontri simili in passato a Glasgow e Liverpool nel 2012. E ora la domanda che tutti si pongono è: come ha fatto un uomo così pericoloso a rimanere indisturbato a Malta?

L’incontro di oggi, secondo Borda, è stato fissato solo grazie alla sua insistenza personale con il primo ministro il 22 agosto. La famiglia Ghirxi non vuole solo risposte, vuole giustizia e verità. “Le indagini finora annunciate sono limitate,” avverte Borda, “e non porteranno mai alla piena comprensione di ciò che è accaduto. Dobbiamo togliere le restrizioni e permettere che un’inchiesta completa faccia luce su ogni aspetto della vicenda, incluso il perché Johnston si trovava ancora a Malta.”

Borda ha le idee chiare: “Lo Stato ha fallito, e queste inchieste interne non daranno alla famiglia le risposte che cerca. Lasciamo che la verità emerga senza limitazioni.” E non è il solo a pensarlo. Il 19 agosto, solo nove giorni dopo l’omicidio, l’Ufficio del Primo Ministro ha comunicato che l’Independent Police Complaints Board, presieduto dal giudice in pensione Geoffrey Valenzia, è stato incaricato di verificare se le raccomandazioni della precedente inchiesta, conclusa il 23 febbraio 2023, siano state effettivamente messe in pratica. “Il consiglio esaminerà anche la condotta della polizia in relazione alle procedure operative standard e alla legislazione vigente,” ha dichiarato l’ufficio del primo ministro.

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Ma questo non basta. Come ha rivelato Times of Malta, Johnston è stato convocato per essere interrogato, ma nonostante continuasse a perseguitare la sua vittima, non è stato trattenuto. E ancora una volta, un’altra domanda emerge: perché?

Mercoledì scorso, il ministero della politica sociale ha annunciato l’avvio di un’ulteriore inchiesta per “determinare tutti i fatti e le circostanze riguardanti l’assistenza professionale fornita a Ghirxi ogni volta che ha richiesto aiuto.”  Questo nuovo consiglio d’inchiesta, guidato dal giudice in pensione Lawrence Quintano, esaminerà anche la procedura di valutazione del rischio, un aspetto cruciale di questa vicenda.

Ma l’FSWS, il servizio sociale, è finito al centro delle polemiche quando un’amica intima di Nicolette e il suo avvocato hanno rivelato che la giovane era stata scoraggiata dal partecipare a una valutazione del rischio dai valutatori stessi. Una verità agghiacciante, che getta ulteriori ombre su questa tragedia.

Times of Malta ha ottenuto e pubblicato la trascrizione di un messaggio vocale inviato da Nicolette a una sua amica il 22 aprile, subito dopo aver presentato la denuncia per violenza domestica alla polizia. In quel messaggio, Nicolette affermava: “Non ho fatto la valutazione del rischio perché mi ha detto che non ci sono minacce, solo insulti. Mi ha detto che [la valutazione] avrebbe avuto un punteggio pari a zero, più o meno.”

L’FSWS ha negato categoricamente di aver scoraggiato Nicolette dal sottoporsi alla valutazione e ha persino pubblicato le dichiarazioni giurate dei due valutatori presenti quel giorno. Ma per l’avvocato Borda, queste sono solo parole vuote. “Anche se la vittima aveva cercato rifugio negli enti statali e nel loro quadro giuridico, è stata comunque uccisa. La famiglia è stata totalmente ignorata e la polizia e l’FSWS erano più interessati a istituire le proprie inchieste interne, mentre continuavano a incolpare la vittima,”  ha concluso con amarezza.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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