Un grido di dolore e giustizia ha risuonato nel cuore dell’Europa. Isabelle Bonnici, madre di Jean Paul Sofia, ha portato la sua disperata battaglia per migliorare la sicurezza nei cantieri edili di Malta direttamente al Parlamento Europeo. Il suo intervento, durante una tavola rotonda a Bruxelles, ha lasciato il pubblico senza parole.
“Vorrei che l’Unione Europea obbligasse Malta ad adottare codici edilizi nazionali,” ha dichiarato con forza. “Questi codici sono pronti da tre anni, ma sono stati bloccati da un ministro che non voleva scontentare i costruttori.”
Un’accusa che pesa come un macigno in un settore dove, secondo Bonnici, regnano incontrastati bulli e irresponsabili.
La tragedia che l’ha colpita è straziante: suo figlio, Jean Paul Sofia, è morto a dicembre 2022, schiacciato dal crollo di un edificio in costruzione. Da quel momento, Isabelle non si è mai fermata, diventando un simbolo di lotta contro le ingiustizie di un sistema che, a suo dire, tutela più gli interessi che la vita umana.
Cinque persone, tra cui l’architetto, il costruttore e il responsabile del progetto, sono state accusate per la tragedia. Tuttavia, si dichiarano innocenti e il processo è ancora in corso. Nel frattempo, un’inchiesta pubblica ha portato alla luce la mancanza di codici edilizi nazionali che garantirebbero standard minimi di sicurezza, con il Construction and Building Authority (BCA) che insiste nel dire che tali codici sono ancora in fase di elaborazione.
Nel suo intervento, Bonnici ha denunciato apertamente la cultura di impunità che caratterizza il settore: “A Malta abbiamo una cultura di bulli e cowboy. Cercano di intimorire chi si oppone a loro per poter continuare a causare danni. Ma io non ho paura, perché non ho più nulla da perdere.”
Ha inoltre sollevato una questione cruciale sulla qualità dei materiali utilizzati: “I progetti statali finanziati dall’UE richiedono la certificazione di calcestruzzo e mattoni. Perché questa protezione non viene estesa a tutti i progetti? La scarsa qualità dei materiali è stata uno dei fattori che ha portato alla morte di mio figlio.”
La tavola rotonda è stata organizzata dall’Europarlamentare Peter Agius, il quale ha sottolineato che l’inchiesta Sofia rappresenta un’opportunità per migliorare la sicurezza nel settore delle costruzioni a Malta. Tuttavia, ha avvertito che introdurre nuove leggi sarà inutile senza un’applicazione rigorosa. “Dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie un impegno totale affinché le leggi siano rispettate con rigore,”
ha detto con determinazione.
Anche Patricia Perez Gomez della Commissione Europea ha preso la parola, ricordando però che l’applicazione delle norme spetta agli Stati membri, limitando l’intervento dell’UE.
Il deputato dell’opposizione PN Jerome Caruana Cilia ha lanciato un monito: “Se non troviamo il coraggio di risolvere questa situazione alla radice, temo che la storia si ripeterà.”
A chiudere l’incontro, Domenico Campogrande, direttore generale della Federazione Europea dell’Industria delle Costruzioni, che ha ampliato il dibattito sottolineando l’importanza di norme di sicurezza edilizia a livello europeo.
Foto: Peter Agius