Malta

Jean Paul Sofia, i costruttori rompono il silenzio: “sei enti statali sotto accusa”

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Due imprenditori edili, al centro della tragedia in cui Jean Paul Sofia ha perso la vita, puntano il dito contro sei enti statali, chiedendo che siano chiamati a rispondere della loro parte nella causa per danni avanzata dai genitori della vittima. Con una mossa senza precedenti, i costruttori – insieme alle loro aziende AllPlus Ltd e Whitefrost Ltd – hanno presentato una richiesta alla Corte Civile per coinvolgere queste entità, citando negligenze scioccanti rilevate nell’inchiesta pubblica.

Isabelle Bonnici e John Sofia, i genitori di Jean Paul, hanno intentato una causa civile contro i due sviluppatori, oltre che contro l’architetto del progetto, Adriana Zammit, e il responsabile dei lavori, Milomar Jovicevic, con sua moglie Dijana Jovicevic. La causa arriva esattamente un anno dopo l’orribile crollo del dicembre 2022, quando la fabbrica in costruzione al Corradino Industrial Estate collassò improvvisamente, seppellendo Jean Paul, appena ventenne, sotto un cumulo di macerie.

Il suo corpo venne ritrovato “nel punto più lontano dai soccorritori e nella zona più pericolosa,”  secondo la drammatica testimonianza del direttore generale del Dipartimento della Protezione Civile nei procedimenti penali paralleli, in cui sviluppatori, architetto e responsabili sono accusati di omicidio colposo. Tutti gli imputati hanno dichiarato di non essere colpevoli.

Il salvataggio di Jean Paul si è trasformato in un’angosciante operazione di 14 ore che si concluse nelle prime ore del mattino successivo. In quei tragici momenti, altri cinque operai, intrappolati ai piani superiori, furono estratti vivi, tre dei quali riportarono gravi ferite. L’incidente ha suscitato un’ondata di indignazione pubblica, con cittadini e associazioni che chiedevano a gran voce un’inchiesta pubblica per scoprire ogni dettaglio o omissione che avrebbe potuto evitare quella morte assurda.

L’inchiesta pubblica, culminata in un rapporto di ben 484 pagine diffuso il 28 febbraio, ha portato alla luce lacune incredibili, coinvolgendo vari enti statali. Ora, Schembri e Buhagiar, i due sviluppatori, insistono affinché sei di questi enti siano inclusi nella causa avanzata dai genitori di Jean Paul per rispondere ai danni morali e materiali che gli vengono imputati.

Gli avvocati dei costruttori hanno quindi inoltrato una richiesta alla Prima Sezione della Corte Civile, presieduta dalla giudice Joanne Vella Cuschieri, citando stralci del rapporto d’inchiesta. I passaggi evidenziano gravi mancanze da parte di Malta Enterprise, Indis Malta Limited, l’Occupational Health and Safety Authority, la Building and Construction Authority, la Planning Authority e la Malta Competition and Consumer Affairs Authority.

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Nelle sue feroci conclusioni, la commissione d’inchiesta, guidata dall’Ombudsman e Giudice Emerito Joseph Zammit McKeon, ha denunciato “gravissime lacune che hanno avuto un effetto determinante nel caso di Jean Paul Sofia.”

Il rapporto ha sottolineato come il cantiere di Corradino non fosse monitorato da nessuna autorità. Il progetto non era coperto da una Full Development Application, mascherato sotto l’escamotage che non fosse necessario, né era stato redatto un piano operativo di sicurezza. Inoltre, non c’era alcun obbligo di notificare il DNO (Development Notification Order) al pubblico: al tempo della tragedia, bastava un semplice avviso di inizio lavori alla Planning Authority. Solo con l’avvio dell’inchiesta pubblica è stato richiesto che anche l’OHSA e la BCA venissero informate.

La commissione ha concluso con durezza, rilevando che ogni dirigente delle varie entità statali convocato ha presentato una difesa standardizzata: “Non abbiamo nulla a che fare con questo caso.” Una risposta “quasi liturgica,”  ha sottolineato la commissione, che evidenziava la totale mancanza di responsabilità.

Nessuna autorità si è fatta avanti per assumersi le proprie colpe. Nessuno ha nemmeno pensato di chiedersi, “Perché non abbiamo effettuato un solo controllo su questo cantiere?”  ha affermato la commissione, denunciando l’assenza di autocritica o consapevolezza.

Sulla base di queste osservazioni, i costruttori chiedono ora che il tribunale esamini ogni azione e/o omissione di questi sei enti statali nell’ambito della causa per danni.

Gli avvocati Franco Debono, Arthur Azzopardi, Marion Camilleri e Keith Borg hanno firmato l’istanza.

Foto: Times of Malta

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