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Malta

inchieste senza prove? il governo cambia le regole dopo 175 anni

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Uno scandalo giudiziario che dura da 175 anni. Un sistema che permette a chiunque di scatenare un’inchiesta magistrale con prove deboli, spesso senza che l’indagato ne sia nemmeno a conoscenza. Ma ora, il governo di Robert Abela promette di porre fine a questo meccanismo “osceno” e “arcaico” , trasformandolo una volta per tutte.

Il primo ministro ha annunciato una riforma rivoluzionaria che impedirà che le inchieste vengano usate come “strumento di persecuzione”. Con il nuovo disegno di legge, chiunque voglia chiedere l’apertura di un’inchiesta dovrà prima presentare una denuncia alla polizia e fornire prove ammissibili in tribunale. “Stiamo garantendo che chi deve affrontare la giustizia lo faccia, ma chi è perseguitato ingiustamente non vedrà la propria vita distrutta” , ha dichiarato Abela.

E non è mancato un affondo diretto contro chi ha sfruttato il sistema per fini politici. “In queste settimane, c’è chi ha scelto di usare le inchieste come un’arma per colpire i propri avversari, sfruttando le falle del sistema” , ha detto il premier, riferendosi chiaramente alle richieste d’inchiesta presentate negli ultimi mesi dall’ex deputato PN Jason Azzopardi.

Un sistema che trascina innocenti in tribunale

Abela e il ministro della Giustizia Jonathan Attard hanno denunciato le gravi falle dell’attuale normativa, sottolineando quanto sia ingiusto il fatto che basti una prova superficiale (prima facie evidence ) per far partire un’inchiesta. Il risultato? Persone che, da un giorno all’altro, si ritrovano indagate senza prove concrete e senza neanche esserne informate.

Il governo ha spiegato che la riforma è il risultato di anni di raccomandazioni da parte di esperti e commissioni indipendenti. Già nel 2013, la Bonello Commission aveva segnalato la necessità di un cambiamento, seguita nel 2018 dalla Venice Commission. Anche l’ex deputato PN Franco Debono, oltre dieci anni fa, aveva proposto modifiche simili.

“Dovevamo agire prima”

Abela ha respinto le accuse secondo cui la riforma sarebbe una reazione frettolosa ai recenti casi giudiziari. Ha ribadito che la misura era stata promessa nel manifesto elettorale del 2022 ed era in lavorazione da tempo.

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“Anzi, dovevamo agire prima, quando la Venice Commission lo aveva raccomandato sette anni fa” , ha detto il primo ministro, sottolineando che, tra tutte le problematiche della giustizia maltese, l’attuale sistema delle inchieste magistrali è quello che sta causando più danni.

“Oggi, questo sistema sta generando ingiustizie enormi. Troppe persone, chiaramente innocenti, vengono trascinate in tribunale senza motivo” , ha concluso Abela, ribadendo l’impegno del governo a garantire che la giustizia torni a essere sinonimo di equità, e non di persecuzione.

Foto: Jonathan Borg

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