Un drammatico episodio che sembra uscito da un film: due uomini, Manuel Abela di 31 anni e Spiridione Costa di 59, sono stati condannati a sei anni di carcere ciascuno per aver appiccato un incendio alla porta d’ingresso di una casa familiare a Tarxien. Era il 15 aprile, le prime luci dell’alba illuminavano la strada deserta, quando le fiamme hanno avvolto la facciata dell’abitazione. Le telecamere di sicurezza non hanno lasciato spazio a dubbi: un uomo con una grossa borsa si avvicina alla porta, poco dopo il fuoco divampa, e il sospetto fugge a bordo di un’auto.
Le indagini della polizia hanno portato rapidamente a identificare il veicolo e a seguirne la traccia fino a Paola. È lì che altre telecamere hanno immortalato due uomini entrare in una casa. Quelle immagini erano il pezzo mancante: si trattava di Abela e Costa. Quando Abela è stato arrestato, una ferita sospetta sul suo naso – poi confermata come una bruciatura – ha fornito la prova definitiva che aveva partecipato all’azione.
“L’incendio doloso è un reato che mina la sicurezza di una comunità intera. Nessun crimine del genere può restare impunito,”
hanno dichiarato gli investigatori, soddisfatti per l’esito del caso.
I due, entrambi disoccupati, inizialmente si sono dichiarati non colpevoli, ma successivamente hanno ammesso le loro colpe. Le accuse erano molteplici: incendio doloso, danneggiamento volontario di proprietà altrui, disturbo della quiete pubblica e recidiva. Costa ha inoltre affrontato ulteriori incriminazioni per guida spericolata e comportamento da vagabondo, mentre Abela è stato denunciato per aver abbandonato rifiuti in un’area pubblica.
Dopo la confessione, la magistrata Astrid May Grima ha emesso la condanna: sei anni di carcere per entrambi, accompagnati da un ordine di risarcimento di €10.454,95 a favore delle vittime, da versare entro un anno. “Non è solo una punizione, ma un monito per chiunque pensi di poter commettere simili atrocità senza conseguenze,”
ha affermato la corte.
Abela è stato inoltre multato di €150, mentre Costa dovrà pagare €500 e, dopo il carcere, sarà interdetto dalla guida per sei mesi. Come ulteriore misura, è stato emesso un ordine di protezione valido per tre anni dopo il termine della pena detentiva, con un vincolo di garanzia personale di €2000 per un anno.
Il caso è stato brillantemente seguito dal procuratore AG Joseph Camilleri Azarov e dagli ispettori Mario Xiberras e Jeffrey Scicluna.
Foto: Jonathan Borg