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Malta

Il tribunale che trasformò il suo artefice in condannato

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C’era un tempo in cui i tribunali maltesi erano il fulcro di storie drammatiche, potere e tragedia. Immaginate la Castellania, maestosa in Merchants Street a Valletta, costruita nel 1760 dal Grand Master Pinto. Non era solo una corte, ma un capolavoro barocco adornato dallo scalpellino napoletano Giovanni Puglisi, il quale creò decorazioni raffinate in pietra. Ironia della sorte, Puglisi fu il primo a essere processato e condannato a morte proprio nel tribunale che aveva contribuito a impreziosire.

Da allora, i tribunali sono stati teatro di drammi umani, processi celebri e, fino al 2000, esecuzioni capitali che attiravano folle curiose, trasformando le aule giudiziarie in luoghi di macabro fascino. Oggi, invece, i casi politici di alto profilo sono solo un’eco sbiadita del clamore che una volta circondava i processi per la pena di morte.

La Castellania non è stata l’unico luogo simbolo della giustizia a Malta. Fino al 1964, Casa Tessi, in Old Bakery Street, ospitava il Magistrates’ Court, mentre la stessa Castellania fu il centro delle attività giudiziarie durante il periodo britannico e l’epoca dei Cavalieri. Nei primi anni del XIX secolo, la corte Vice-Admiralty si riuniva al Palazzo del Gran Maestro, mentre i Cavalieri amministravano la loro giustizia interna nell’Oratorio della Decollazione di San Giovanni.

Ogni giudice e magistrato è, innanzitutto, un essere umano, brillante o mediocre, coraggioso o timoroso, con una propria integrità innata o con una corazza di acciaio, raramente impeccabile , recita una descrizione che evidenzia le complessità della magistratura. Questa professione, carica di responsabilità e potere, è stata incarnata da figure iconiche come Sir Arturo Mercieca, storico Chief Justice, o Constantine John Colombos, rinomato avvocato e autorità mondiale in diritto marittimo.

Eppure, nonostante l’importanza della giustizia, l’immagine dei tribunali è rimasta avvolta da una sorta di mistero. “La massima pubblicità delle procedure giudiziarie è un diritto umano fondamentale” , si sostiene, ma foto o immagini di tribunali in azione sono estremamente rare. La discrezione della magistratura ha spesso limitato l’accesso visivo a questi luoghi di potere e decisione.

La costruzione del nuovo edificio giudiziario negli anni ’60 ha segnato l’inizio di una nuova era, meno ricca di simbolismi e più orientata alla modernità. Tuttavia, la storia dei tribunali maltesi, intrisa di dramma, eroi e contraddizioni, continua a vivere grazie ai ricordi e alle collezioni che testimoniano un passato straordinario.

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Foto: Archivio privato dell’autore.

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