Un testimone chiave che non può deporre, una legge che resta inefficace e un ministro della Giustizia sotto accusa: è l’ennesimo capitolo di una vicenda che solleva interrogativi inquietanti sulla gestione della giustizia a Malta. Mentre il contabile forense Jeremy Harbinson, testimone chiave nell’inchiesta su Vitals, continua a rifiutarsi di tornare sull’isola per timore della sua sicurezza, il governo viene accusato di non aver mai emanato le regolamentazioni necessarie per consentire ufficialmente le testimonianze in videoconferenza dall’estero.
Eppure, il ministro della Giustizia Jonathan Attard respinge le accuse: “Le testimonianze in videoconferenza sono già permesse”
ha dichiarato, sottolineando che i magistrati hanno sempre avuto il potere di consentire la deposizione a distanza. Un’affermazione che ha scatenato ulteriori polemiche.
Diversi avvocati hanno confermato al Times of Malta che le testimonianze in video sono una pratica comune nei tribunali maltesi, sia nei casi civili che in quelli penali. “È il magistrato a decidere se consentire la videoconferenza o meno. La difesa o l’accusa possono opporsi, ma l’ultima parola spetta sempre al magistrato”
ha spiegato uno di loro. Un altro ha aggiunto che questo metodo è spesso utilizzato per ascoltare testimoni vulnerabili, come bambini, persone malate o residenti all’estero, ma anche esperti chiamati a fornire la loro opinione in tribunale. Non è certo una novità: l’ex esperto di Europol Marinus Martin Van Der Meij, per esempio, ha testimoniato in videoconferenza nel processo contro Yorgen Fenech, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia.
“Una legge inutile senza regolamenti attuativi”
Ma per Repubblika il vero problema resta l’assenza di regolamenti chiari. L’ONG denuncia che, pur essendo la testimonianza a distanza prevista dalla legge, la sua applicazione risulta inefficace proprio perché mancano le linee guida tecniche che il ministro della Giustizia avrebbe dovuto stabilire.
“Non abbiamo identificato alcuna legislazione sussidiaria che includa regolamenti con tali codici di pratica. Di conseguenza, crediamo che la disposizione di legge sia inefficace e il tribunale non possa farvi affidamento”
ha dichiarato un portavoce di Repubblika.
L’ostacolo si è reso evidente nel caso di Jeremy Harbinson, il principale esperto nominato dalla corte per l’inchiesta su Vitals. Dopo numerose udienze mancate, Harbinson ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di tornare a Malta: “Le esperienze e le conoscenze che ho acquisito in questi sette anni mi fanno temere per la mia sicurezza e ho deciso che non tornerò mai a Malta”.
Ma un giudice ha lanciato un avvertimento: essendo stato nominato esperto secondo la legge maltese, Harbinson potrebbe essere obbligato a testimoniare, indipendentemente dalle sue preoccupazioni.
Il dito puntato contro il ministro della Giustizia
Repubblika ha sottolineato che, secondo la legislazione maltese, quando una testimonianza straniera è ritenuta indispensabile, il tribunale può emettere una lettera rogatoria. Inoltre, nonostante un emendamento del 2015 abbia ufficialmente autorizzato le testimonianze in video dall’estero, i regolamenti attuativi non sono mai stati pubblicati, rendendo inefficace la legge per quasi dieci anni.
“Questo è inaccettabile… il governo, e in particolare il ministro Jonathan Attard, devono assumersi la responsabilità di questo fallimento”
ha affermato l’ONG, senza mezzi termini.
La replica di Attard: “Serve una richiesta dalla corte”
Sotto pressione, il ministro della Giustizia ha cercato di allontanare le critiche, affermando che il suo ministero prenderà in considerazione eventuali comunicazioni formali da parte del tribunale: “Se c’è una richiesta ufficiale dalla corte, e non da un’organizzazione, per un intervento legislativo, la analizzeremo come facciamo con ogni comunicazione della corte”.
Attard ha poi parlato della riforma imminente sulle inchieste magistrali, promettendo che il sistema di nomina degli esperti sarà rivisto: “Se la corte ti affida un ruolo, devi rispettarlo. Questa riforma porterà a un sistema più serio per la nomina degli esperti.”
Ma la questione resta aperta: senza regolamenti chiari, il rischio è che Malta continui a trovarsi in una situazione di stallo, con testimoni chiave che sfuggono alla giustizia e un sistema giudiziario che arranca tra leggi inefficaci e decisioni discrezionali.
Foto: Jonathan Borg
Video: Times of Malta