L’edificio di Ta’ Xbiex che ospitava la Pilatus Bank.
Un tribunale ha stabilito che la causa intentata dall’ONG Repubblika per contestare la decisione del Procuratore Generale di non perseguire i vertici della Pilatus Bank deve procedere pubblicamente in assenza di prove di un obbligo di segretezza presumibilmente imposto da un tribunale straniero.
La sentenza ha ribaltato la decisione presa dal Tribunale Civile della Prima Sala lo scorso novembre, quando il Procuratore Generale Victoria Buttigieg, assistita da un team di avvocati del suo ufficio e dall’Avvocato di Stato, aveva chiesto che la sua tanto attesa testimonianza fosse ascoltata a porte chiuse.
La richiesta era motivata da varie ragioni, la principale delle quali era che Malta stava affrontando un procedimento davanti a un tribunale internazionale ed era quindi tenuta a una stretta riservatezza.
Il riferimento, anche se non esplicitato in tribunale, era molto probabilmente a una causa che il proprietario della Pilatus Bank, Ali Sadr Hasheminejad, aveva intentato con una società di Hong Kong presso il Centro internazionale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti (ICSID).
Di fronte alle argomentazioni secondo cui Malta avrebbe potuto essere ritenuta colpevole di oltraggio da parte di quel tribunale straniero per aver violato gli obblighi di legge, il tribunale, presieduto in precedenza dal giudice Christian Falzon Scerri, aveva accolto la richiesta dei convenuti. Pur sottolineando che i procedimenti giudiziari dovrebbero di norma essere pubblici, il giudice aveva ordinato che il procedimento continuasse a porte chiuse fino a quando i convenuti non avessero portato le prove relative all’altro procedimento estero.
Da allora, il caso è stato riassegnato al nuovo giudice Doreen Clarke che, martedì, ha emesso un decreto sulla questione, aprendo di fatto le porte al pubblico.
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Il tribunale ha osservato che a marzo il Procuratore generale aveva presentato una lettera del segretario del tribunale ICSID in cui si affermava che il segretariato avrebbe pubblicato il lodo e qualsiasi ordinanza o decisione nella causa Alpene Ltd contro la Repubblica di Malta, “se entrambe le parti acconsentono alla pubblicazione”.
In caso contrario, sarebbero stati pubblicati estratti del lodo.
La lettera, pur chiarendo la posizione, non era certamente una decisione da considerarsi vincolante per i tribunali maltesi per quanto riguarda le modalità di trattazione dei procedimenti, ha dichiarato il giudice Clarke.
Poiché il precedente ordine di trattare il caso a porte chiuse era legato al presunto obbligo di segretezza attribuito al tribunale straniero e poiché non era stata fornita alcuna prova di tale obbligo, il tribunale ha annullato l’ordine.
Non era più giustificato continuare a trattare il caso a porte chiuse, ha decretato il giudice, aprendo così la strada alla testimonianza del presidente della Repubblika Robert Aquilina in un tribunale aperto.
Aquilina è quindi salito sul banco dei testimoni, testimoniando a lungo sulle prove documentali che aveva ricevuto e che dimostravano come gli illeciti finanziari segnalati dall’inchiesta magistratuale sulla Pilatus Bank fossero avvenuti con la “partecipazione attiva e la complicità” di alti funzionari della banca.
Il testimone ha snocciolato un lungo elenco di transazioni sospette che la banca avrebbe effettuato alle autorità maltesi, sottolineando che la sua testimonianza si basava su prove da lui personalmente attestate.
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Il caso continua.
L’avvocato Jason Azzopardi assiste il ricorrente.
L’avvocato Fiorella Fenech Vella assiste la parte convenuta.