Malta

il futuro incerto di due case storiche a Mosta: l’ombra di un progetto moderno incombe

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Due incantevoli case a Mosta, probabilmente frutto dell’ingegno del leggendario architetto Gustavo Vincenti, potrebbero essere travolte da un’ondata di cambiamento che rischia di cancellare per sempre l’armonia di una delle strade più affascinanti della zona. Situate in Triq Gafà, una via dove il tempo sembra essersi fermato, queste dimore, con uno e due piani, condividono caratteristiche architettoniche classiche con le proprietà vicine, creando un quadro urbano unico nel suo genere. Ma tutto questo potrebbe presto scomparire.

Secondo l’architetto David Ellul, un esperto di Vincenti che ha studiato e scritto molto su di lui, queste case potrebbero risalire agli anni ’30, e ricordano molto altri edifici presenti a Birkirkara e Sliema, anch’essi firmati da Vincenti. Ma cosa prevede il futuro per queste storiche dimore? Un progetto di sviluppo, noto come PA/06935/23, promette di conservare la facciata degli edifici, ma con l’intenzione di demolire il resto per fare spazio a un moderno complesso di cinque piani, completo di garage sotterranei.

Ellul non ha esitato a sottolineare le sue preoccupazioni, affermando che le modifiche proposte alla facciata “non si armonizzano affatto con le case adiacenti”. Ha poi aggiunto con tono deciso: “Per rispettare l’architettura originale di questi tre edifici, è fondamentale mantenere integralmente il muro di parapetto della casa chiamata Iris, estendendo la cornice per unire le tre abitazioni come previsto nel progetto iniziale” .

Ma le preoccupazioni non finiscono qui. Ellul ha espresso forti dubbi anche riguardo all’apertura del garage proposta, spiegando come questa “non rispetti l’architettura dell’edificio, poiché perfora una finestra ad arco e rovina la disposizione dei mensoloni che scendono verticalmente lungo l’elevazione del piano terra, distruggendo così il ritmo architettonico creato” .

Anche l’architetto Edward Said, noto per il suo impegno nella tutela del patrimonio attraverso il gruppo Friends of Villa Frère, ha espresso il suo disappunto. Pur riconoscendo l’intento di mantenere un’architettura classica nella nuova facciata, ha sottolineato che questa dovrebbe essere “più rispettosa delle facciate esistenti, soprattutto di quella della proprietà adiacente, conservata in modo impeccabile” .

Din l-Art Ħelwa, un’associazione sempre in prima linea nella difesa del patrimonio maltese, ha presentato una ferma opposizione al progetto, affermando che l’estensione proposta “non si adatta al carattere e all’unicità di questo paesaggio urbano”. L’associazione ha inoltre evidenziato che la proposta viola le norme urbanistiche e i piani locali, poiché l’area è destinata a edifici di tre piani con un seminterrato, eventualmente con un piano arretrato, mentre la nuova richiesta prevede addirittura cinque piani.

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Foto: Matthew Mirabelli

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