Il bungalow maltese nel suo sito attuale a Għammieri. Foto d’archivio.
Un bungalow in legno spedito dall’Australia a Malta negli anni ’20 per addestrare i futuri emigranti ai metodi di costruzione australiani sta per essere aperto al pubblico dopo il restauro.
Il bungalow era uno dei tanti inviati in “kit” a tutti i Paesi del Commonwealth, anche se si ritiene che sia l’unico sopravvissuto.
Il suo scopo era quello di dare ai maltesi un’idea della vita sottoterra e di aiutarli a imparare a costruire con il legno nel caso in cui avessero deciso di trasferirsi in Australia.
Ma nel corso degli anni l’edificio è caduto in rovina, finché l’anno scorso l’ONG Din l-Art Ħelwa
ha annunciato un progetto della durata di un anno per riportare il bungalow al suo antico splendore.
Mercoledì scorso, a poche settimane dall’inaugurazione, l’Alto Commissario di Malta in Australia Mario Farrugia Borg ha visitato il sito di Għammieri dove si stanno svolgendo i lavori.
“Nel corso del tempo, purtroppo, il bungalow è stato lasciato deteriorare, ma ora, fortunatamente, viene restaurato in modo meticoloso, assicurandoci di non perdere un manufatto così importante del patrimonio comune di Malta e dell’Australia”, ha dichiarato.
L’Alto Commissario di Malta in Australia Mario Farrugia Borg è stato accompagnato in visita al sito dal responsabile del progetto Joseph Philip Farrugia, dall’appaltatore Chillis Chilli e dal presidente esecutivo di Din l-Art Helwa Alex Torpiano. Foto: Din l-Art Helwa.
Costruiti in deal, un tipo di legno dolce, con un tetto in ferro ondulato, questi bungalow erano comuni in Australia. Erano progettati per utilizzare i materiali che si trovano comunemente nel Paese e per adattarsi al suo clima.
Nel giugno 1929, 137 apprendisti erano passati per il centro di formazione, 39 dei quali andarono in Australia.
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Dopo alcuni anni trascorsi presso l’Istituto Tecnico Bugeja di Ħamrun, il bungalow maltese fu trasferito nella fattoria sperimentale del governo a Għammieri, dove fu utilizzato come aula didattica.
All’inizio del 2002, la sezione australiana dell’ICOMOS, l’ente per il patrimonio culturale legato alle Nazioni Unite, ha preso contatto con la sua controparte maltese in merito al bungalow.
Ma solo nel 2018 Din l-Art Ħelwa
ha confermato che si sarebbe occupata del suo restauro. Alla ONG è stata concessa una tutela ventennale del sito nel 2022.
Ma ora, con il lavoro che sta per concludersi, tra poche settimane sarà riassemblata a Ta’ Qali, dove verrà utilizzata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui legami del Paese con l’Australia e rendere omaggio alle migliaia di maltesi che vi sono emigrati.
Commentando il progetto, il presidente esecutivo di Din l-Art Helwa
, Alex Torpiano, ha detto che il restauro fisico del bungalow è solo una parte della storia.
“L’altra è quella di raccogliere e presentare la storia dell’emigrazione di maltesi e gozitani in Australia, e siamo grati per l’offerta di assistenza dell’Alta Commissione di Malta in Australia per metterci in contatto con la nostra comunità laggiù”.
Il restauro del bungalow maltese è sponsorizzato dalla Fondazione Melita e si prevede l’apertura al pubblico tra qualche settimana.