Malta non è più Malta. Questa è l’accusa senza mezzi termini che Bernard Grech, leader del Partito Nazionalista, ha lanciato contro il governo laburista, che, secondo lui, ha perso sia il controllo che la direzione del paese. Dopo più di un decennio al potere, il governo avrebbe finalmente ammesso la sua incapacità di creare una “nazione di qualità”. Grech è infuriato: sotto la guida di Robert Abela, “la qualità della vita è precipitata, la povertà è in aumento, e l’ambiente ha subito danni storici”, mentre il premier resta chiuso in una “torre d’avorio,”
lontano dai veri bisogni del popolo.
In un discorso di oltre due ore, Grech ha attaccato duramente le “vuote promesse” del governo, ribadendo che i maltesi vogliono solo una cosa: riconoscere “la Malta che una volta conoscevano”
. I cittadini, dice, sono stanchi di vivere con preoccupazione e sperano ancora in un paese dove i loro figli possano sognare un futuro felice, anziché doverlo cercare altrove.
I motti di governo? Per Grech sono “nient’altro che frasi fatte, inutili e prive di sostanza”. E, con amarezza, lancia un’altra domanda al governo: “È questa la Malta che volevate lasciare ai nostri figli? Avete regalato loro un paese soffocante, negando loro un’infanzia serena e un futuro sicuro.”
Sul Budget 2025, Grech ha parole ancora più dure: non solo ignora la crescente povertà, ma condanna sempre più persone al rischio di scendere sotto la soglia di povertà. Secondo Grech, la distribuzione della ricchezza è tutto fuorché giusta, e anche i sussidi energetici sono inutili: definisce lo schema Stabbiltà come “un espediente elettorale”, un programma che nessuno crede possa risolvere i problemi. “Siamo arrivati al punto in cui celebriamo l’apertura di una mensa dei poveri,” continua Grech. “Supportare queste iniziative è giusto, ma dobbiamo anche renderci conto che sono la prova tangibile del fallimento del governo. Ci avevano promesso che saremmo diventati tutti ‘sinjuri żgħar’, e ora ci ritroviamo con le mense per i poveri.”
Nemmeno il recente video di Robert Abela che si allena in palestra è sfuggito alla critica di Grech: “Era ora che trovasse il tempo per sollevare il peso del paese e del suo popolo,”
ha ironizzato.
E il motto del budget, Pajjiż ta’ Kwalità? Per Grech, è l’ammissione finale del fallimento del governo. Dopo anni di promesse che “il meglio doveva ancora venire”, il governo ora dichiara di voler cercare qualità. “Cos’è questo, se non un’ammissione di mediocrità e incapacità?”
Le misure del budget? Secondo Grech sono “sempre le stesse”, e non affrontano i problemi reali della gente. Non c’è una sola proposta concreta su come il paese potrà mai raggiungere questa tanto decantata qualità. Per Grech, Malta è già una nazione di qualità, e lo è grazie al popolo maltese, alla sua intelligenza e al suo impegno. Ma “questo paese ha bisogno di un governo di qualità – un governo nazionalista.”
Secondo Grech, l’amministrazione Abela è ormai “letargica, senza un piano e senza direzione,” e un premier che ha “perso il controllo”
. A suo dire, i ministri non comunicano nemmeno tra loro e voltano le spalle ai problemi della gente.
Non solo: il governo, per paura di perdere potere, starebbe cercando di “zittire gli educatori,”
imponendo loro di chiedere il permesso prima di parlare. Grech garantisce che un governo PN difenderebbe il loro diritto di parola e li incoraggerebbe a esprimersi ancora di più.
Con il PN, ogni decisione, afferma Grech, sarà misurata in base alla qualità della vita che crea per i cittadini. “Per noi non sarà solo uno slogan politico, ma un programma concreto per il futuro.” Un modello economico che “potenzi cittadini e comuni, e che dia priorità all’istruzione, all’innovazione e alla sostenibilità.”
Un governo che si focalizza su lavori di qualità per tutti.
E cosa farebbe di diverso un governo nazionalista? Grech promette riduzioni fiscali, come il PN ha già fatto in passato, e garantisce che i genitori potranno beneficiare di una fascia fiscale agevolata anche dopo che i figli compiono 18 anni, sostenendoli durante gli studi.
Inoltre, abolirebbe subito la misura del budget che obbliga chi è nato dopo il 1976 a versare 42 anni di contributi invece di 41 per ottenere la pensione piena. Grech propone anche una fondazione autonoma per amministrare i fondi governativi, eliminando così il potere dei ministri di decidere chi deve ricevere finanziamenti e chi no.
Un governo PN, continua Grech, darebbe particolare attenzione a Gozo, lasciata indietro con infrastrutture degradate e promesse vuote. Per l’isola sorella, il PN disegnerebbe un piano sociale e locale su 30 anni e creerebbe un’agenzia infrastrutturale specifica. Grech promette anche di espandere il porto di Mġarr e di valutare un porto alternativo per ottimizzare le rotte dei traghetti, migliorando così il servizio della Gozo Channel.
Infine, Grech promette “una pulizia totale”
all’interno del governo, come fece il PN nel 1987, per restituire dignità e speranza alla nazione.
Foto: Jonathan Borg