Malta

Gourmet Kafe, il ristorante illegale: la PA dice basta dopo mesi di sfide

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A Valletta, un caffè che ha sfidato le autorità per mesi, trasformandosi in un ristorante senza licenza, ha ricevuto un duro colpo mercoledì scorso, quando la Planning Authority (PA) ha respinto definitivamente la sua richiesta di regolarizzare l’attività. Una storia che lascia pochi indifferenti, tra proteste e sfide legali.

Gourmet Kafe, un piccolo locale situato in una zona residenziale di Old Theatre Street, ha violato la legge dal 2023, continuando a operare come ristorante nonostante il divieto. Alberto Centomo, il proprietario, aveva fatto richiesta nel 2022 per trasformare il suo caffè in un ristorante, ma la PA aveva deciso di bocciare la proposta nel giugno dello stesso anno, sostenendo che la trasformazione non fosse compatibile con il piano urbanistico della zona residenziale. Un no che Centomo ha deciso di ignorare, proseguendo comunque nella sua missione di fare del suo caffè un ristorante, posizionando tavoli e sedie all’esterno su un marciapiede sempre più stretto.

Nel tentativo di legalizzare la situazione, Centomo ha presentato nel 2024 una domanda di sanatoria, chiedendo alla PA di retroattivamente autorizzare l’attività illegale. Ma la PA non ha avuto pietà. Mercoledì, i membri della commissione hanno seguito la raccomandazione del responsabile del caso e, con un voto unanime, hanno respinto la richiesta di permesso. “Lo stesso consiglio aveva già bocciato la domanda per trasformare il caffè in un ristorante, ma il proprietario ha ignorato la decisione e ha proseguito senza permesso” , ha spiegato Martin Camilleri, presidente della Commissione Urbanistica.

A rendere ancora più polemica la vicenda sono stati i numerosi residenti che hanno protestato contro l’illegalità dell’attività, con ben 50 obiezioni presentate alla PA. La loro rabbia è comprensibile: oltre ai rumori e agli odori che hanno invaso la zona, i residenti hanno denunciato anche la pericolosità dei tavoli e delle sedie sistemati sul marciapiede troppo stretto. “Ci costringono a camminare in strada, mettendo a rischio la nostra sicurezza”  hanno lamentato, facendo eco alla crescente frustrazione per l’insostenibile situazione.

Foto: Matthew Mirabelli

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