Malta

Giustizia nel mirino: scontro acceso tra Attard e PN sulle inchieste

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Una vera e propria bufera politica si è abbattuta giovedì, quando il ministro della Giustizia Jonathan Attard ha demolito senza mezzi termini le accuse lanciate dal Partito Nazionalista (PN), definendole “menzogne” e “disinformazione” pura. Il nodo della questione? Le modifiche legislative proposte dal governo, che secondo il deputato dell’opposizione Karol Aquilina metterebbero fine alle inchieste magistratuali, chiudendo bruscamente i fascicoli più scottanti degli ultimi anni. Ma Attard non ci sta e contrattacca: “Nulla di più falso!” .

Aquilina ha acceso la miccia con una denuncia pesante: il governo, ha detto in Parlamento, non solo vuole modificare il modo in cui verranno condotte le future inchieste, ma sta tentando di mettere il bavaglio anche a quelle già in corso, molte delle quali riguardano casi che hanno sconvolto l’opinione pubblica. Il suo timore? Che ai cittadini venga negato il diritto di chiedere un’inchiesta indipendente a un magistrato e che i giudici vengano costretti a interrompere il loro lavoro su indagini che durano da più di due anni, con un termine massimo di sei mesi per concluderle.

Ma per il ministro della Giustizia, queste sono solo “bugie create ad arte per ingannare l’opinione pubblica”. In un messaggio pubblicato su Facebook, Attard ha smentito categoricamente la narrativa dell’opposizione, spiegando che la riforma non “ucciderà”  le inchieste, bensì introdurrà un meccanismo che garantisce tempi certi per la loro chiusura.

“Aquilina omette di dire che gli emendamenti servono a fissare una scadenza precisa entro cui un’inchiesta deve essere terminata” ha ribattuto Attard. “Una volta chiusa, gli atti passeranno all’Avvocato Generale, che dovrà decidere se avviare il procedimento legale, restituire il fascicolo al magistrato per proseguire l’indagine (facendo ripartire il termine di due anni), o inviarlo alla polizia per ulteriori accertamenti.”

Secondo il ministro, questa modifica è necessaria per evitare il rischio che indagini particolarmente complesse restino bloccate per anni senza un esito chiaro, lasciando “vittime, familiari e persino sospettati in un limbo senza fine” .

“Abbiamo il dovere di garantire una giustizia efficiente ed efficace, senza lasciare nessuno in attesa per tutta la vita” ha concluso Attard.

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Una polemica destinata a infiammarsi ancora di più nei prossimi giorni, mentre il dibattito su questa riforma si fa sempre più rovente.

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