Un vero giro di vite contro lo sfruttamento dei lavoratori stranieri è alle porte! Il primo ministro Robert Abela ha annunciato un piano audace che potrebbe cambiare radicalmente il panorama lavorativo di Malta. La nuova Labour Migration Policy mira a mettere fine alle pratiche predatorie di alcune aziende, pronte a usare e gettare i dipendenti stranieri come fossero numeri.
“I datori di lavoro che assumono e licenziano a ripetizione, sostituendo i lavoratori nel giro di uno o due giorni, saranno colpiti da sanzioni”, ha dichiarato Abela in un’intervista esclusiva al Times of Malta. “È il momento di assicurare dignità e rispetto a tutti i lavoratori, senza distinzione”
. Un messaggio chiaro e deciso, che ha già fatto tremare alcuni settori.
La politica, che verrà sottoposta a consultazione pubblica, rappresenta un capitolo mai scritto prima: per la prima volta, una sessione intera del Consiglio dei Ministri è stata dedicata a discutere il benessere dei lavoratori, maltesi e stranieri. Secondo Abela, il governo punta a un equilibrio tra crescita economica e tutela dei diritti umani, un obiettivo ambizioso ma necessario.
Siamo a un punto di svolta — ha sottolineato Abela, che ha menzionato anche recenti riforme riguardanti agenzie interinali, corrieri di cibo e targhe Y come chiaro segnale di un impegno concreto contro il lavoro precario. “Che siano maltesi o stranieri, il vero tesoro di ogni impresa è la sua forza lavoro, ed è fondamentale investire in loro”
, ha detto con fermezza.
Ma non è tutto. Il primo ministro ha lanciato un monito anche su un tema altrettanto caldo: la gestione dei flussi migratori irregolari e il contrasto al traffico di esseri umani. “Malta è in prima linea nel Mediterraneo. La nostra strategia è chiara: interveniamo alla fonte, evitando che la crisi esploda ai nostri confini”
, ha spiegato Abela. Questo approccio, ha aggiunto, non è solo un dovere morale, ma anche un contributo essenziale nelle discussioni a livello europeo.
Commentando l’accordo siglato dall’Italia con l’Albania per il trasferimento delle procedure di asilo, Abela ha espresso il suo sostegno, definendolo un esempio di come gli stati membri possano collaborare per gestire meglio i flussi migratori. “Il nostro modello di return-hub è simile, anche se con alcune differenze. Ma il principio resta lo stesso: bisogna agire a livello europeo”.
Nonostante i successi ottenuti, Abela ha ammesso che Malta non ha ancora firmato accordi simili. Tuttavia, il paese ha raggiunto risultati significativi nel rimpatriare chi non ha diritto all’asilo. Ha concluso con un appello all’Unione Europea per aggiornare le leggi sulla migrazione: “Le attuali normative spesso ostacolano l’applicazione delle politiche. È il momento di una riforma seria”
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Foto: Chris Sant Fournier
Video: Matthew Mirabelli