In una svolta drammatica, gli operatori sanitari sono stati messi in allerta e obbligati a intensificare i controlli sull’identità dei pazienti prima di offrire qualsiasi servizio. Questa decisione, che ha lasciato molti a bocca aperta, sembra essere una risposta diretta alle sconvolgenti accuse di frode d’identità che hanno recentemente fatto tremare il sistema sanitario.
Martedì scorso, una lettera shock è stata distribuita a tutto il personale delle strutture sanitarie governative, con un messaggio chiaro e inequivocabile: “Controllate e ricontrollate l’identità dei pazienti.”
Non basta più chiedere solo il nome; ora si esige che il personale verifichi il numero di carta d’identità, il nome completo, la data di nascita, e persino dettagli come l’indirizzo e il numero di telefono. Come se non bastasse, ai pazienti deve essere richiesto di esibire un documento d’identità valido, che sia una carta d’identità, un permesso di soggiorno, un passaporto o una patente di guida.
Questo provvedimento drastico arriva come un fulmine a ciel sereno, poche settimane dopo che decine di persone hanno scoperto con orrore che le loro cartelle cliniche contenevano appuntamenti per esami e interventi chirurgici mai richiesti, dati su ricoveri mai avvenuti e prescrizioni mediche per malattie che non avevano mai avuto. In un caso particolarmente scioccante, un uomo che si era recato per un controllo in una clinica pubblica a giugno, si è visto presentare una cartella clinica che lo classificava come affetto da una malattia che non aveva mai avuto.
Queste denunce esplosive sono emerse dopo che un avvocato ha affermato lo scorso mese che i titolari di carte d’identità maltesi erano stati “derubati”
della loro identità, con numeri di carta d’identità assegnati ad altre persone attraverso pratiche corrotte presso Identità. Anche se le anomalie rimangono per lo più avvolte nel mistero, è in corso un’indagine sulla protezione dei dati e un’inchiesta sulle scioccanti affermazioni dell’avvocato Azzopardi.
Sebbene la circolare ministeriale di martedì non faccia esplicito riferimento a queste sconvolgenti rivelazioni, il personale è stato chiaramente istruito a effettuare controlli rigorosi per prevenire ulteriori disastri nei registri medici.
Il personale è stato anche ammonito a verificare e confrontare attentamente i dati sanitari. “Prima di accedere o aggiornare qualsiasi cartella clinica, confermare che gli identificatori nei registri sanitari del paziente corrispondano ai dettagli forniti dal paziente o dal suo rappresentante autorizzato. Questo si applica a ogni punto di contatto, inclusi, ma non limitati a, registrazione, consultazione, ordine di esami, diagnostica e trattamento,” recita la lettera.
Ma non è tutto. “Quando si conferma l’identità, coinvolgere il paziente chiedendogli di dichiarare, non solo di confermare, le proprie informazioni (ad esempio: ‘Può per favore dirmi la sua data di nascita?’, invece di: ‘La sua data di nascita è [x] ?’). Questa pratica riduce il rischio di errori dovuti a incomprensioni o supposizioni,”
continua la lettera.
Le istruzioni sono chiare e perentorie: “Il rispetto di queste linee guida è obbligatorio. Il mancato rispetto di queste linee guida può comportare provvedimenti disciplinari.” E in caso di discrepanze, “le informazioni devono essere verificate nuovamente e ogni discrepanza deve essere documentata ed ‘escalata immediatamente al Dipartimento delle Cartelle Cliniche’.”
Foto: [Archivio Times Of Malta]