Un forte storico trasformato in un complesso di caccia illegale, circondato da rottami e abbandono. È questa la realtà scioccante che avvolge il Forte Bengħajsa, una delle gemme architettoniche di Malta, che potrebbe finalmente essere strappata a più di un decennio di occupazione abusiva. Fonti governative rivelano che il recupero del sito è imminente: “Un processo è in atto affinché nelle prossime settimane le autorità possano riprendere il controllo dell’edificio e avviare un piano di riabilitazione.”
Costruito tra il 1910 e il 1912 come ultima grande fortificazione costiera britannica, il Forte Bengħajsa rappresenta un simbolo del passato glorioso dell’isola. Visit Malta lo celebra come “un magnifico richiamo al glorioso passato di Malta.”
Ma oggi, quello che un tempo era un bastione difensivo è stato deturpato da abusi e negligenza: case e garage costruiti illegalmente, fossati invasi da rifiuti metallici e perfino un vecchio divano abbandonato.
Nel 2016, l’Autorità per la Pianificazione aveva emesso un avviso di infrazione contro l’occupazione del forte, ma le azioni legali sono rimaste bloccate, accumulando multe mai pagate. Il ministro delle Terre, Stefan Zrinzo Azzopardi, ha recentemente confermato in Parlamento che lettere legali sono state inviate a nove individui, tra cui Emanuel Ellul, Louis Vella, Julian Vella, George Louis Vella, Joelene Grima, Richard Azzopardi, Josephine Norman, George Borg e Doris Borg, così come agli “occupanti ignoti.”
Le lettere precisano che eventuali contratti d’affitto sono scaduti nel 2011 e che gli occupanti devono lasciare immediatamente le aree occupate.
L’occupazione abusiva non è però una novità per il forte: parti di esso erano state originariamente affittate come aziende agricole per l’allevamento di bestiame. Nel 2023, l’ex ministro Silvio Schembri aveva dichiarato che l’ultimo contratto valido risaliva al 2011, ma gli ordini di sfratto emessi quell’anno non sono mai stati eseguiti. “L’azione di sfratto non è mai stata applicata,”
ha ammesso Schembri.
Intanto, l’area è diventata un paradiso per cacciatori e trappolatori. Almeno cinque postazioni per la caccia, una grande voliera e persino un sito per la cattura di fringuelli sono stati rilevati sul posto. “Gli alberi di eucalipto piantati accanto a file di lattine vuote vengono utilizzati per spaventare gli uccelli, rendendoli bersagli più facili,” ha spiegato un esperto di caccia al Times of Malta.
Eppure, il Forte Bengħajsa non è solo un simbolo storico di resistenza e difesa, ma anche una testimonianza di un’eredità culturale che Malta non può permettersi di perdere. Ora, le autorità sembrano finalmente pronte ad agire, con la promessa di restituire alla collettività uno dei suoi monumenti più iconici.
Foto: Archivio Times of Malta