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Malta

fort chambray: il restauro che divide, cittadini chiamati a pagare

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Un limite di 6 milioni di euro, destinato a pesare sulle tasche dei contribuenti, rischia di trasformarsi in un vero e proprio scandalo economico per il restauro di Fort Chambray. Un accordo segreto, visionato dal Times of Malta , svela che gli investitori privati non dovranno spendere un centesimo in più rispetto a questa cifra massima, mentre il governo si farà carico del resto, garantendo rimborsi tramite esenzioni fiscali o riduzioni di debiti. In altre parole, a pagare il conto finale sarà la popolazione.

Ma non è tutto: i 6 milioni potrebbero non essere il limite definitivo. Se gli investitori decideranno di incrementare le spese, il governo potrebbe approvare ulteriori aumenti, lasciando intendere che il costo totale per i contribuenti potrebbe salire alle stelle. “Il governo si impegna a completare i lavori di restauro e consolidamento del terreno a proprie spese,”  si legge nei documenti.

L’operazione di restauro è indissolubilmente legata al contestato abbattimento delle caserme britanniche, elemento centrale di un piano di riqualificazione che cambierà per sempre il volto di Għajnsielem. Questo progetto prevede la costruzione di 105 unità residenziali e un esclusivo aparthotel a cinque stelle con 64 camere e 50 appartamenti, un piano che ha già ricevuto il via libera dall’Autorità per la Pianificazione. Tuttavia, una coalizione di ONG per la tutela del patrimonio culturale sta raccogliendo fondi per presentare ricorso contro questa decisione.

Nonostante i milioni versati dai contribuenti, l’accesso pubblico al forte sarà estremamente limitato. L’accordo consente l’ingresso solo ad alcune aree specifiche: il sentiero lungo le fortificazioni interne e le zone esterne della Knights Bakery, delle Knights Barracks e della Polverista . Il resto del forte rimarrà parte di un’esclusiva comunità recintata. Un altro punto di tensione è il fossato del forte, che non risulta elencato tra gli spazi pubblici previsti dall’accordo. Sebbene il sindaco di Għajnsielem, Kevin Cauchi, abbia discusso con i costruttori l’idea di destinarlo ai residenti, al momento non esistono garanzie ufficiali.

Le condizioni delle fortificazioni del forte sono critiche: anni di abbandono le hanno lasciate in uno stato di rovina. La responsabilità di questi interventi, che fino al 2005 spettava agli investitori con un limite massimo di spesa di 200.000 lire maltesi (circa 460.000 euro), è ora interamente passata al governo. Grazie a un emendamento approvato da un comitato parlamentare bipartisan, il governo avrà sei anni per completare i lavori, che includono la stabilizzazione del terreno sottostante e la manutenzione a lungo termine.

Alex Borg, deputato del Partito Nazionalista, ha recentemente difeso questo accordo controverso durante il programma Il-Każin fuq Tokis, sottolineando che “qualsiasi spesa sostenuta dagli investitori sarà rimborsata tramite agevolazioni fiscali.” Ha inoltre ribadito che “i restauri devono essere completati al più presto per garantire la sicurezza delle fortificazioni prima di proseguire con lo sviluppo completo del sito.”

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Borg si è anche schierato a favore della demolizione delle caserme britanniche, descrivendo il loro interno come “un blocco di cemento”. Ha spiegato che, pur potendo distruggerle completamente, i costruttori hanno deciso di mantenere la facciata e di riallinearla con le Knights Barracks, in linea con il design originale dei Cavalieri di San Giovanni. “Le caserme britanniche non facevano parte del piano originale del forte,”  ha affermato, aggiungendo che il progetto rispetta la visione storica del sito.

Foto: Daniel Cilia
Video: Moviment Graffitti

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