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Malta

fiamme al cimitero militare di Marsa: un gesto di protesta che fa discutere

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Un misterioso incendio ha acceso la tensione al cimitero militare turco di Marsa. Due porte sono state date alle fiamme e, dietro questo atto scioccante, si nasconde un gesto di protesta personale e politico.

Ümit Kartal, 46 anni, cittadino turco residente a Malta, non ha esitato ad ammettere tutto di fronte al giudice. Si è dichiarato colpevole di incendio doloso, intralcio a funzioni religiose, violazione di proprietà privata e minacce dirette all’ambasciata turca. Ma la sua motivazione ha lasciato tutti a bocca aperta: ha incendiato le porte del cimitero perché, a suo dire, la Turchia non rispettava i suoi valori religiosi.

L’intervento della squadra antiterrorismo è stato immediato. La polizia, grazie alle riprese delle telecamere di sicurezza e alle informazioni fornite dall’ambasciata turca, è riuscita a identificare rapidamente Kartal e ad arrestarlo. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha ammesso di aver agito di proposito, trasformando un luogo sacro in teatro della sua protesta.

Sia l’accusa che la difesa hanno concordato su una pena severa: tre anni di carcere e una multa di 5.000 euro. La corte, però, emetterà la sentenza ufficiale in un secondo momento. Nel frattempo, Kartal resta in custodia, poiché la difesa non ha chiesto la libertà su cauzione.

A sostenere l’accusa sono stati i legali della Procura Generale Joseph Camilleri Azarov, insieme agli ispettori Zachary Zammit ed Elisia Scicluna e al responsabile della Soprintendenza del Patrimonio Culturale Jonathan Borg. L’imputato è stato assistito dall’avvocato d’ufficio Thomas Barbara Sant.

Foto: Google Maps/Sławomir Gajc

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