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Esplosione a tre metri dalla base MOAS: sfiorata la tragedia in Ucraina

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Un’esplosione devastante ha sfiorato una delle basi dell’ONG Migrant Offshore Aid Station (MOAS) in Ucraina, a soli tre metri dall’edificio, nelle prime ore di sabato mattina. La sede dell’organizzazione, che ha rischiato di essere polverizzata, è stata immediatamente evacuata dopo essere stata colpita da armi russe, lasciando il personale con ferite lievi e due ambulanze gravemente danneggiate.

L’attacco, che “potrebbe essere stato causato da un razzo o un drone,”  ha innescato un’esplosione così potente da mandare in frantumi le finestre e scatenare un incendio infernale in diverse stanze. Il fuoco ha divorato attrezzature mediche costose e forniture essenziali, un colpo devastante per la missione umanitaria che MOAS sta portando avanti con coraggio.

Non è ancora chiaro se la base sia stata presa di mira deliberatamente o se sia stata vittima di un tragico errore, ma MOAS ha sottolineato che durante lo stesso attacco altre quattro strutture nella città sono state colpite. I 19 membri del personale medico e gli altri operatori presenti nell’edificio sono stati costretti a rifugiarsi nel bunker antiaereo, con “lievi ferite causate da detriti volanti,”  mentre altri otto membri dell’ONG si trovavano in missione all’esterno al momento dell’attacco.

Questo ennesimo attacco non è un caso isolato: il personale medico di MOAS, schierato in prima linea nell’inferno dell’est Ucraina, sta affrontando pericoli sempre più gravi mentre l’offensiva russa si intensifica. Tuttavia, è la prima volta che l’ONG subisce un colpo diretto in più di due anni e mezzo di operazioni in zone di conflitto.

Il fondatore di MOAS, Christopher Catrambone, non ha nascosto il suo rammarico per quanto accaduto, definendo l’incidente come “un sfortunato passo indietro,” ma ha immediatamente ribadito: “rafforza la nostra determinazione” a continuare la missione. “I nostri pensieri sono rivolti ai nostri coraggiosi medici e al personale – e alle loro famiglie – che hanno rischiato la vita ogni giorno, negli ultimi due anni e mezzo, per offrire una possibilità di sopravvivenza ai feriti più gravi di questa guerra,”  ha aggiunto con fermezza.

MOAS, dal suo inizio nel 2014, ha salvato oltre 45.000 soldati gravemente feriti in Ucraina, portando avanti una missione che è diventata un faro di speranza in un mare di devastazione. L’attacco di sabato è solo l’ultimo capitolo di una tragedia che non sembra avere fine, arrivando pochi giorni dopo un’altra ondata di violenza russa contro l’Ucraina, culminata in un attacco su larga scala alla rete elettrica che, lunedì, ha causato la morte di almeno quattro persone e blackout diffusi.

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Foto: MOAS.
Video: MOAS.

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