Un’iniziativa rivoluzionaria sta per cambiare le regole del gioco a Malta: il ministro della Salute, Jo Etienne Abela, vuole introdurre la possibilità di donare organi anche dopo la cosiddetta “morte circolatoria”. Un’idea audace che promette di aumentare significativamente il numero di organi disponibili per i trapianti, salvando così molte più vite.
Attualmente, gli organi possono essere prelevati solo dai pazienti dichiarati cerebralmente morti. Ma Abela, intervenendo in parlamento, ha espresso il desiderio di andare oltre, allineandosi a Paesi come il Regno Unito, dove questa pratica ha già portato risultati straordinari. “Dobbiamo fare di più. Questo è un passo fondamentale per migliorare il nostro sistema sanitario e offrire una speranza concreta a chi è in lista d’attesa per un trapianto”
ha dichiarato il ministro.
Per rendere possibile questa trasformazione, Abela ha sottolineato l’importanza di ampliare i reparti di emergenza e terapia intensiva degli ospedali, una mossa necessaria per gestire il flusso aumentato di donazioni. Questo non è però il solo cambiamento in arrivo.
Il ministro ha ricordato il suo appoggio alla proposta di legge avanzata dal deputato Ivan Bartolo lo scorso ottobre, che prevede l’introduzione di un sistema di “opt-out” per le donazioni di organi. Con questo sistema, tutti i cittadini di età superiore ai 16 anni sarebbero automaticamente considerati donatori, salvo dichiarazione esplicita contraria. “Siamo pronti a compiere un passo in avanti decisivo per incentivare la cultura della donazione e salvare più vite”
ha affermato Abela, sottolineando di voler spingere questa riforma oltre i confini della proposta attuale.
Questa visione audace, se approvata, potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione nel settore dei trapianti, trasformando Malta in un modello di riferimento per la generosità e l’efficienza nella donazione di organi.
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