Un fiume di diesel ha rischiato di scatenare un disastro ambientale senza precedenti ai cantieri Palumbo, dove, appena due settimane fa, una massiccia fuoriuscita di carburante ha allertato tutte le autorità. Il 21 ottobre, durante un’operazione di trasferimento, una tubatura della Enemed è esplosa, riversando una quantità impressionante di carburante, descritta da fonti vicine al Dipartimento di Protezione Civile (CPD) come l’equivalente di “_diversi camion di carburante_”, in uno dei bacini dei cantieri.
Il pericolo era imminente, ma un intervento tempestivo ha evitato che il diesel si disperdesse nelle acque del Mediterraneo. “Se fosse finito in mare, staremmo parlando in termini ben diversi
,” ha rivelato una fonte. Invece, grazie alla rapidità dell’azione, il carburante è stato contenuto e isolato nel bacino, dove è rimasto fino al completo recupero avvenuto attraverso una complessa operazione di pompaggio durata oltre 12 ore.
Enemed, per voce del suo presidente esecutivo, ha confermato l’incidente, specificando che il problema è stato causato dalla pressione durante il pompaggio. “La fuoriuscita è avvenuta in spazi completamente contenuti ed è stata raccolta per essere esportata come rifiuto sotto la supervisione dell’ERA,” ha spiegato, rispondendo alle domande. “Non è stato causato alcun danno ambientale. Non ci sono stati problemi di sicurezza. Enemed e Palumbo hanno coordinato l’intervento con massima efficienza e professionalità.
” La fuoriuscita è stata quindi gestita in tempo, proprio un attimo prima che potesse degenerare.
Eppure, restano delle ombre sulla trasparenza dell’operazione. Domenica scorsa, il candidato indipendente Arnold Cassola ha espresso pubblicamente le sue preoccupazioni, chiedendo risposte chiare e precise su quanto carburante sia stato effettivamente perso e sui costi sostenuti. Cassola ha posto domande scomode, chiedendosi se fosse vero che ben 1.500 tonnellate di diesel, per un valore di 6 milioni di euro, siano finite in mare e se davvero i costi di bonifica abbiano pesato sui contribuenti per circa un milione di euro.
Ha inoltre puntato il dito contro il silenzio del Ministro dell’Ambiente e dell’Environment and Resources Authority (ERA), domandandosi perché non sia stata rilasciata alcuna dichiarazione pubblica sull’incidente.
Fonti vicine al CPD hanno confermato che il volume del carburante sversato era notevole, ma non sono state in grado di confermare la stima di 1.500 tonnellate.
Foto: Arnold Cassola
Video inviato da Arnold Cassola.