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Malta

dieci anni di salvataggi impossibili: il bilancio straordinario di MOAS

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Una missione nata per sfidare l’impossibile: salvare vite umane nel cuore del Mediterraneo. Oggi, quella missione compie dieci anni, e i numeri parlano da soli: oltre 200.000 persone tratte in salvo in tutto il mondo. La Migrant Offshore Aid Station (MOAS), la prima organizzazione a finanziare privatamente operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, celebra un decennio di straordinarie imprese umanitarie.

Dal 2014, quando iniziò le operazioni con la sua nave Phoenix, MOAS non si è mai fermata. Ha iniziato nel Mediterraneo, strappando oltre 40.000 vite dalle grinfie della morte. Ma la sua visione era troppo grande per essere confinata a un solo mare. Oggi, la sua missione tocca le coste dell’Egeo, i campi profughi del Bangladesh e persino le zone di guerra dell’Ucraina, dove porta avanti evacuazioni mediche cruciali per i feriti più gravi.

“_Dieci anni dopo la nascita di MOAS, guardo con ammirazione a tutto ciò che abbiamo realizzato, ma so anche che c’è ancora molto da fare_”, dichiara Christopher Catrambone, il fondatore visionario dell’organizzazione. “_In questo nostro decimo anniversario, auguro ogni bene a tutta la comunità MOAS e invito tutti a cercare modi per fare la differenza nella vita degli altri, sia attraverso una collaborazione con MOAS che in modo indipendente_”.

Dopo i primi anni nel Mediterraneo, nel 2017 MOAS ha spostato il suo sguardo sul Bangladesh, dove decine di migliaia di Rohingya cercavano disperatamente scampo dalla violenza in Myanmar. Qui, MOAS ha costruito cliniche nei campi profughi, distribuito cibo e formato oltre 12.000 volontari per affrontare emergenze climatiche e incendi. Un lavoro di importanza vitale che ha salvato la vita di 90.000 persone.

Il coraggio e la dedizione di MOAS non si sono fermati neanche di fronte alla pandemia. Mentre il mondo era in lockdown, l’organizzazione ha prodotto e distribuito quasi 900.000 mascherine in Bangladesh e altre 10.000 a Malta, continuando così la sua missione di proteggere i più vulnerabili.

Oggi, il fronte più caldo è l’Ucraina. Da quando è scoppiato il conflitto, MOAS ha collaborato con 150 medici e gestisce una flotta di 50 ambulanze, portando soccorso ai feriti e salvando 45.000 vite. Grazie alla sua Unità Medica Mobile, ha già curato oltre 30.000 pazienti, in collaborazione con Ronald McDonald House Charities Latvia.

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MOAS mantiene inoltre un legame solido con Malta, attraverso numerosi progetti educativi e di integrazione per migranti e richiedenti asilo. E, per celebrare degnamente questo decimo anniversario, ha lanciato un libro che approfondisce il suo straordinario lavoro in Ucraina, uno dei tanti eventi programmati per questa ricorrenza.

Foto: MOAS/Jason Florio
Foto: MOAS

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