Il ministro della Salute Jo Etienne Abela ha svelato una verità che potrebbe far tremare il nostro sistema sanitario: “Chiunque inserisca i dati dei pazienti è umano e gli esseri umani commettono errori. Anche un solo numero errato può portare alla visualizzazione dei dati di un’altra persona.”
Con queste parole scioccanti, Abela ha annunciato nuove direttive per il personale sanitario, un atto che sembra mirato a evitare un possibile disastro nel trattamento dei dati sensibili dei pazienti.
Le istruzioni sono chiare: per ridurre al minimo gli errori, il personale dovrà verificare l’identità del paziente chiedendo il numero di documento, il nome completo e la data di nascita. Questa stretta arriva in un momento delicato, in risposta alle allarmanti accuse di furto d’identità che stanno scuotendo l’isola.
“Non viviamo in una bolla. Ovviamente prendiamo atto di ciò che accade intorno a noi,”
ha ammesso Abela, svelando che questa misura non è arrivata per caso, ma come reazione agli eventi recenti.
Gli errori, ha spiegato Abela, non sono pochi: “Diverse situazioni in cui si sono verificati errori” hanno messo in luce falle nel sistema, anche se il ministro ha tenuto a precisare che la maggior parte di questi casi sono dovuti a banali sbagli umani. Ma è proprio da qui che nasce la paura: “Anche un solo numero errato può portare alla visualizzazione dei dati di un’altra persona.”
Il sistema sanitario sta per diventare più sicuro, o almeno questo è ciò che promettono le nuove misure introdotte dal ministro: “Le nuove misure servono a garantire che il nostro sistema sia più solido e a eliminare quanti più errori possibile.”
Un giro di vite che potrebbe evitare un caos totale.
“Ho lavorato in ospedali, anche a Malta, in cui ci sono diversi modi per identificare i pazienti,” ha aggiunto Abela, sottolineando come “migliorare il livello di sicurezza nel servizio sanitario pubblico sia un passo positivo.” Ma questo non è solo un problema di sicurezza: è una questione di fiducia, una fiducia messa a dura prova dalle recenti rivelazioni di frodi d’identità.
L’attenzione sul furto d’identità è esplosa nelle ultime settimane, quando l’ex deputato Jason Azzopardi ha richiesto un’inchiesta magistrale, affermando che circa 18.000 carte d’identità siano state emesse utilizzando documenti falsi, fabbricati dagli stessi funzionari di Identità dal 2015.
Il terrore si è diffuso velocemente, con una valanga di segnalazioni che hanno scosso il paese. Persino i servizi sanitari sono stati travolti da queste accuse, con pazienti che si sono trovati catapultati in situazioni assurde. Un uomo, ad esempio, che si era recato in una clinica per un semplice controllo in agosto, ha scoperto che, secondo i suoi dati medici, era morto a marzo!
E non è tutto: altre persone hanno raccontato episodi surreali, come appuntamenti ospedalieri mai presi o diagnosi di malattie mai contratte.
Anche nel mondo delle telecomunicazioni, il panico è salito alle stelle. Epic, una delle principali compagnie telefoniche dell’isola, ha inviato lettere a decine di persone, indirizzate a individui che non avevano mai vissuto agli indirizzi indicati.
I sospetti di un racket organizzato sono diventati sempre più forti. Alla fine del mese scorso, un uomo ha confessato di aver installato cassette postali false in diverse residenze per creare indirizzi fittizi utili all’ottenimento di permessi di soggiorno per cittadini di Paesi terzi. Un giro d’affari illecito che potrebbe avere implicazioni devastanti per la sicurezza del paese.
Foto e video: Matthew Mirabelli