Achuil Abdalla, un giovane sudanese di 21 anni, sta tracciando il suo cammino per diventare medico, una missione nata da un dolore che lo ha segnato per sempre. Nel 2005, ancora bambino, perse la madre in un ospedale del Sud Sudan, incapace di offrirle le cure necessarie. Da quel momento, decise che avrebbe dedicato la sua vita alla medicina.
“Diventerò un medico. Farò del mio meglio. Quando avrò una famiglia, nessuno dei miei cari morirà come è successo a mia madre,” ha dichiarato con determinazione al Times of Malta
.
Oggi, vestito con il suo camice da infermiere, Achuil lavora come tirocinante al St James Hospital, un passo importante nel suo percorso accademico presso l’MCAST. Ma il viaggio che lo ha portato fin qui è stato lungo e pieno di ostacoli.
Achuil arrivò a Malta a 16 anni, il 9 gennaio 2019, a bordo della nave Sea Watch 3. Salvato insieme ad altri 31 migranti al largo della Libia, trascorse settimane in attesa che un porto europeo aprisse le sue porte. Alla fine, Malta accolse lui e gli altri naufraghi. Da allora vive nell’isola come richiedente asilo, una condizione che descrive come “stressante.” “Ho perso molte opportunità, come fare i tirocini in Italia o in Spagna. Non è giusto essere ancora un richiedente asilo dopo sei anni,”
ha detto.
La sua storia è fatta di fughe e di sacrifici. Cresciuto in Sud Sudan, Achuil è sopravvissuto ai bombardamenti e alla guerra civile che ha devastato il paese. Nel 2013, insieme alla sua famiglia, fu costretto a fuggire nella capitale del Sudan, Khartoum, dove incontrò discriminazione e privazioni. Gli fu persino negata l’istruzione, considerato un cittadino di seconda classe.
All’età di 12 anni, Achuil e il suo amico Backre e Mossa decisero di attraversare il deserto del Sahara per cercare un futuro migliore in Egitto. “Non c’era niente, solo sabbia. Niente cibo, niente acqua. L’acqua finì presto,” ha ricordato. Ma le difficoltà non finirono lì. In Egitto la vita si rivelò altrettanto dura, costringendoli a tentare la traversata verso l’Europa attraverso la Libia.
Il viaggio in Libia fu un incubo. Ogni città era pericolosa, e Achuil, cristiano, dovette nascondere la sua fede per evitare di essere ucciso. “Ero cristiano nel cuore, ma mentivo per sopravvivere,” ha raccontato. Quando finalmente tentarono di attraversare il confine con la Libia, il dramma colpì: Backre fu ucciso da una mina, un evento che lasciò Achuil devastato. “Avevo solo 14 anni e ho perso il mio migliore amico,”
ha detto. Nonostante il dolore, continuò il suo viaggio da solo.
A Malta, la sua determinazione non si è mai fermata. Si è integrato nella comunità locale, imparando il maltese e superando l’isolamento. “Non è facile per un migrante fare amicizia, ma ho trovato sostegno nei miei compagni e negli insegnanti,”
ha spiegato.
Oggi, Achuil si avvicina sempre di più al suo sogno di diventare medico. La sua storia, fatta di sofferenza e resilienza, è un esempio straordinario di come il coraggio possa superare qualsiasi ostacolo.
Foto e video: Karl Andrew Micallef, Sea Watch