Malta

Corte d’Appello respinge il Commissario: tempi stretti e multe salate

Published

on

Per chiunque abbia mai messo piede in un’aula di tribunale, il termine “oltraggio alla corte” potrebbe suonare familiare. Ma quanto è realmente chiaro come questo concetto sia regolato dalla legge? Un recente caso ha portato alla ribalta un aspetto giuridico raramente esplorato, con una sentenza della Corte d’Appello che ha messo in luce dettagli sorprendenti su uno dei più particolari istituti legali.

Tutto è nato quando la Corte dei Magistrati ha inflitto due multe al Commissario di Polizia per non aver convocato testimoni richiesti in procedimenti penali. Il totale delle multe? Ben €1.500, distribuiti tra una sanzione di €1.000 e una di €500. Un colpo duro, ma che ha aperto la strada a una battaglia legale che si è spinta fino alla Corte d’Appello.

L’oltraggio alla corte, come descritto dalla sentenza, è una creatura giuridica davvero singolare. Sebbene punito con sanzioni penali, il suo trattamento procedurale segue il Codice di Organizzazione e Procedura Civile. Un’anomalia legale?  Assolutamente sì, ma necessaria per distinguere tra le due tipologie di oltraggio.

La prima, conosciuta come oltraggio in facie curiae , riguarda azioni irrispettose durante un’udienza: disturbare i procedimenti, rispondere al telefono, o addirittura tentare di scattare una foto in aula. In questi casi, il giudice può intervenire immediatamente, punendo il trasgressore con multe o detenzione, secondo il Codice Penale.

Ma non tutte le forme di oltraggio avvengono sotto i riflettori dell’aula. Comportamenti come l’ostruzione di un ufficiale giudiziario o il mancato rispetto di un ordine del tribunale richiedono un approccio diverso. In questi casi, la Corte deve avviare un procedimento separato attraverso il Cancelliere dei Tribunali Civili, poiché la questione supera l’ambito specifico del tribunale, toccando la più ampia amministrazione della giustizia.

Il caso del Commissario di Polizia si è complicato ulteriormente. Contestava che le sue azioni fossero classificate come oltraggio in facie curiae, sostenendo che non vi era stato alcun comportamento irrispettoso durante l’udienza. Tuttavia, la Corte d’Appello ha respinto il suo ricorso, dichiarandolo tardivo. La legge parla chiaro: ogni ricorso contro tali decisioni deve essere presentato entro due giorni.

Advertisement

Una sentenza che non solo ha ribadito la rigidità delle tempistiche procedurali, ma ha anche evidenziato come la distinzione tra i tipi di oltraggio sia fondamentale per garantire un equo processo.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

Exit mobile version