Malta celebra un importante accordo globale sull’azione climatica, ma avverte: il vero cambiamento richiede più impegno e meno parole. Dopo due settimane di discussioni infuocate, i paesi delle Nazioni Unite hanno raggiunto un’intesa al COP29 di Baku, un risultato che in molti temevano fosse irraggiungibile.
“Siamo soddisfatti che, dopo lunghe e difficili trattative, un ultimo sforzo abbia portato a un consenso su iniziative globali per affrontare i cambiamenti climatici”
ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Miriam Dalli. Ma le sue parole non sono prive di un’avvertenza: mentre l’accordo prevede un aumento straordinario dei finanziamenti ai paesi più vulnerabili – da 100 a 300 miliardi di dollari entro il 2035 – non tutti sono pronti a impegnarsi nelle azioni concrete necessarie per tagliare le emissioni.
“Questo COP si è concentrato in particolare sul finanziamento necessario per aiutare i paesi più colpiti ad affrontare gli impatti del cambiamento climatico. Malta ha insistito non solo per un aumento dei fondi, ma anche per un ampliamento della base dei contributori, coinvolgendo sia fonti pubbliche che private”
ha aggiunto il ministro.
Miriam Dalli, insieme al suo omologo austriaco, ha rappresentato l’Unione Europea nei negoziati sugli obiettivi globali di adattamento, un fronte su cui l’accordo è stato considerato solido. Tuttavia, sul tema della mitigazione, le cose non sono andate altrettanto bene. Secondo Dalli, molti paesi si aggrappano ancora al carbone e al petrolio, ignorando l’urgenza di ridurre le emissioni globali.
“È gratificante vedere un impegno concreto sugli obiettivi di adattamento, ma è altrettanto deludente constatare che alcuni paesi non hanno mostrato alcun interesse per iniziative in grado di ridurre davvero le emissioni. Questo continua a lasciare spazio a una dipendenza da fonti di energia come il carbone e il petrolio pesante.”
Malta, pur soddisfatta dei risultati ottenuti, richiama l’attenzione sulla necessità di passare dalle promesse ai fatti, per evitare che l’accordo resti solo un pezzo di carta.
Foto: MEER