Un colpo esplode nel silenzio di Girgenti, e una giovane Cicogna Nera cade, ferita gravemente alle zampe, nelle acque di un serbatoio situato vicino alla residenza estiva del primo ministro. È stata BirdLife Malta a recuperarla martedì mattina, denunciando subito l’accaduto: l’uccello è stato abbattuto illegalmente da cacciatori appostati nei dintorni.
Non è il primo episodio. Un’altra cicogna nera dello stesso piccolo stormo è stata abbattuta recentemente, a Ta’ Ċenċ, Gozo. Entrambe, esemplari della rara e protetta specie Ciconia nigra
, si trovano su liste speciali che dovrebbero metterle al sicuro, sia a livello locale che europeo. Tuttavia, anche a Malta, il bracconaggio non si ferma davanti a nulla.
In una dichiarazione, BirdLife Malta ha evidenziato il problema crescente: “La caccia illegale a queste specie continua per l’elevata domanda, conseguenza diretta di due amnistie concesse in passato sulle collezioni di uccelli impagliati, amnistie che risultano ancora oggi in gran parte non verificate,”
ha spiegato Nick Barbara, responsabile della conservazione di BLM.
Questa triste storia affonda le sue radici negli anni ‘90. Nel 1997, il governo laburista concesse una prima amnistia, con i cacciatori che dichiararono circa 240.000 uccelli imbalsamati nelle loro collezioni. Poi, nel 2003, un’amnistia successiva dal governo nazionalista aggiunse altri 282.000 esemplari impagliati. Più di mezzo milione di uccelli sono finiti così nelle mani di collezionisti e cacciatori.
E non finisce qui: “Le autorità maltesi avviarono un processo di verifica che, però, non è mai stato completato. Di conseguenza, non è mai stato confermato se i cacciatori fossero effettivamente in possesso degli uccelli imbalsamati dichiarati nelle liste di amnistia,”
continua BirdLife Malta.
Per alcuni cacciatori, infatti, queste liste sono diventate una “lista dei desideri”, non controllata e mai verificata. Un sistema che ha lasciato spazio a ogni tipo di abuso e che oggi alimenta un commercio e un bracconaggio illegali, ora addirittura facilitati dalle recenti autorizzazioni, che consentono ai cacciatori di scambiarsi queste “collezioni fantasma”, perpetuando così la caccia a specie protette.
Foto: BirdLife Malta, Aron Tanti; Archivio BirdLife Malta (2011)