Malta

Cocaina nel parcheggio di Paceville: arresto e deportazione

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Colto sul fatto! Un uomo, in un parcheggio di St. Julian’s, si aggira tra la vegetazione alla ricerca di droga, senza sapere che la polizia lo sta osservando da vicino. Il 28enne Hussein Abdullahi Jama, somalo residente a Marsa, è stato beccato con le mani nel sacco ed è ora destinato alla deportazione dopo aver scontato la sua pena. La polizia ha trovato un vero e proprio “kit” per il traffico di droga nascosto sotto i suoi vestiti.

La sera del 7 settembre, l’uomo è stato visto mentre agiva in modo sospetto lungo la St. George’s Road a Paceville, una zona tristemente famosa per lo spaccio di stupefacenti. Secondo l’ispettore Mark Cremona, i poliziotti lo hanno osservato mentre raccoglieva qualcosa da terra e lo infilava sotto la camicia. Ma non finisce qui!  Quando gli agenti gli si sono avvicinati e lo hanno perquisito, hanno trovato una borsa nera contenente ben 38 bustine di cocaina, pronte per essere vendute.

Non solo cocaina! In quella borsa c’erano anche 450 euro in contanti, in piccole banconote da 20 e 10 euro, il che ha immediatamente fatto sospettare la polizia di un’attività di spaccio. Ma la sorpresa più grande è arrivata poco dopo: tra i cespugli, dove il sospettato era stato visto rovistare, gli agenti hanno recuperato altre bustine contenenti cannabis.

Durante la perquisizione della sua abitazione, la polizia ha trovato ulteriori prove del suo coinvolgimento nel traffico di droga: bustine vuote, telefoni cellulari e altri strumenti tipici del narcotraffico. Sotto interrogatorio, l’uomo ha cercato di giustificarsi affermando di aver “casualmente trovato” la droga nel giardino del parcheggio di Paceville.

Il giorno seguente, Jama è stato portato in tribunale e accusato di possesso di cocaina e cannabis in circostanze che indicavano chiaramente che non fossero per uso personale. La situazione si è aggravata ulteriormente per il fatto che il crimine è stato commesso a meno di 100 metri da un’area frequentata da giovani.  Inoltre, l’uomo è stato accusato di essere recidivo.

Quando è arrivato il momento di emettere la sentenza, la corte, presieduta dalla magistrata Donatella Frendo Dimech, ha tenuto conto della gravità del crimine, della quantità di droga sequestrata, del comportamento irregolare dell’accusato e della sua pronta ammissione di colpa. La condanna è stata severa: un anno di carcere, una multa di 500 euro e la confisca di tutti i beni dell’uomo, sia mobili che immobili. E non è tutto: la corte ha ordinato la distruzione immediata di tutte le sostanze illecite.

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Ma non finisce qui: in base alla legge sull’immigrazione, la corte ha ordinato la deportazione dell’uomo al termine della sua pena. “Una condanna per crimini legati alla droga lo rende un immigrato proibito” , ha dichiarato la corte, riferendosi all’articolo 5(2)(d) della legge sull’immigrazione.

L’ispettore Mark Cremona ha guidato l’accusa.

Foto: Matthew Mirabelli

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