Una bufera senza precedenti scuote il parlamento maltese: Clayton Bartolo, l’ormai ex ministro del Turismo, è stato cacciato dal gruppo parlamentare laburista, travolto da accuse di abuso di potere e scandali finanziari. Il punto di rottura? La denuncia di un incarico fittizio assegnato alla moglie Amanda Muscat, pagata come consulente di alto livello mentre svolgeva semplicemente lavori da segretaria. Una vicenda che non solo ha indignato l’opinione pubblica, ma ha anche acceso scontri infuocati tra governo e opposizione.
Lo Speaker Anġlu Farrugia è intervenuto sulla questione respingendo una denuncia di privilegio presentata dal deputato laburista Andy Ellul contro l’opposizione, accusata di aver definito l’incarico “una frode”. Farrugia ha bollato le dichiarazioni come “semplici schermaglie politiche” e ha precisato che “a nessun punto il servizio NET News ha accusato i due ministri di frode vera e propria”
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Ma i fatti parlano chiaro. La Commissione per gli Standard ha concluso che Bartolo e il ministro Clint Camilleri hanno effettivamente abusato del loro potere. Amanda Muscat, moglie di Bartolo, riceveva uno stipendio da top consulente per un lavoro inesistente. Il Primo Ministro Robert Abela ha immediatamente annunciato che Muscat sarà obbligata a restituire il denaro percepito ingiustamente.
E non è tutto. Martedì, lo stesso giorno in cui Bartolo è stato espulso dal partito, sono emerse nuove rivelazioni esplosive: nel 2023, Amanda Muscat ha ricevuto €50.000 da un contractor dell’Autorità del Turismo di Malta. Secondo l’Unità di Analisi di Intelligenza Finanziaria, questi pagamenti “sospetti” potrebbero essere stati usati per mascherare un sistema di tangenti. Dal canto suo, un portavoce del ministero ha dichiarato che “il lavoro di Muscat non era legato agli incarichi maltesi del contractor”
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Le parole del Primo Ministro sono state chiare: “Nuove circostanze hanno reso necessario agire immediatamente.”
Così Bartolo, una figura di spicco all’interno del Partito Laburista, è stato costretto a dimettersi e ad abbandonare il suo posto in parlamento, lasciando il partito a fare i conti con un terremoto politico dalle conseguenze ancora imprevedibili.
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