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chiesa di Malta, nuove regole contro gli abusi: la tutela dei minori entra nell’era digitale

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La Chiesa di Malta compie una mossa rivoluzionaria nella protezione dei minori, introducendo misure mai viste prima per contrastare anche i pericoli nascosti del mondo digitale! In una svolta epocale, martedì la Commissione per la Salvaguardia dei Bambini e degli Adulti Vulnerabili ha lanciato una nuova versione della sua politica di tutela, ampliando la portata del documento del 2015. Da oggi, non solo si affrontano abusi sessuali, ma viene dichiarata guerra anche agli abusi emotivi, fisici, spirituali e – novità assoluta – agli attacchi online.

La nuova politica definisce l’abuso online come “qualsiasi tipo di abuso da parte del personale ecclesiastico attraverso le piattaforme digitali, inclusi cyberbullismo, abusi emotivi, adescamento, sexting, conversazioni sessuali e sfruttamento sessuale”  e indica chiaramente che questo tipo di violenza può verificarsi su social media, app di messaggistica, e-mail e dirette streaming. Un passo decisivo, che testimonia l’impegno della Chiesa nel proteggere i più vulnerabili anche nella dimensione virtuale, dove il pericolo è spesso invisibile.

L’arcivescovo Charles Scicluna, presente alla conferenza stampa di presentazione, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa, affermando che “il mondo di internet è diventato sempre più rilevante per le nostre relazioni. Se da un lato può essere un’opportunità, dall’altro può trasformarsi in un luogo di abuso” . Scicluna, noto per il suo impegno nella protezione dei minori e membro della commissione vaticana su questo tema, ha ricordato che anche in seno alla Chiesa occorre rafforzare le difese per impedire qualsiasi forma di sfruttamento.

La politica aggiornata introduce un rigoroso codice di condotta per tutto il personale della Chiesa che opera con minori e adulti vulnerabili. Nel documento si specifica che “le violazioni di questo codice di condotta possono comportare provvedimenti disciplinari, il licenziamento e, se necessario, il coinvolgimento delle autorità competenti” .

Già lo scorso giugno, la Commissione aveva collaborato con la polizia per alcuni casi riguardanti minori. “La commissione collaborerà strettamente con la polizia e con la direzione per la protezione dei minori”  ha dichiarato Mark Pellicano, a capo della Commissione per la Salvaguardia, aggiungendo che il lavoro di prevenzione è oggi una delle priorità fondamentali dell’ente.

La politica non lascia nulla al caso e impone a tutto il personale ecclesiastico la firma di una “Dichiarazione di Autocertificazione e Impegno del Personale Ecclesiastico”, che attesti la loro idoneità professionale e la fedina penale pulita. Ogni ente ecclesiastico deve inoltre garantire che chiunque lavori con minori e adulti vulnerabili, compresi i visitatori che soggiornano più di tre mesi, ottenga un certificato di idoneità per la tutela. Questo documento richiede, tra le altre cose, un certificato di buona condotta e due lettere di referenza.

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Non solo, la nuova politica introduce una formazione obbligatoria sulla tutela, da effettuare all’ingresso in servizio e da ripetere ogni tre anni. Ogni ente ecclesiastico sarà inoltre obbligato a nominare un responsabile della tutela per vigilare sull’efficacia delle misure implementate.

La Commissione ha ribadito che i principi di tutela non possono mai essere statici e che la Chiesa dovrà mantenere alta la guardia per fronteggiare i nuovi rischi. La politica sarà rivista entro due anni per garantire che rimanga sempre al passo con i tempi e con le sfide emergenti.

Foto: Jonathan Borg

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