Un’incredibile rivelazione sta scuotendo il futuro di St George’s Bay: il piano a sei punti per la trasformazione della Villa Rosa, pubblicato dalla Planning Authority
, è quasi interamente copiato dai suggerimenti fatti dagli stessi sviluppatori del progetto! Sì, hai capito bene: chi costruisce, detta le regole. Questo solleva interrogativi scioccanti sul controllo che le grandi imprese sembrano avere sulle decisioni che dovrebbero essere prese nell’interesse pubblico.
Dietro le quinte, il gruppo AC e lo studio di architettura olandese UNStudio hanno presentato al governo una lista di sei “obiettivi” per la revisione del piano locale dell’area. Tra questi, si parla di ridefinire i confini delle zone, di altezze massime degli edifici e di superficie edificabile. E indovina un po’? Ogni singolo suggerimento è stato ripreso dalla Planning Authority, quasi parola per parola! Chi
sta veramente decidendo come trasformare St George’s Bay?
Quando è stato chiesto un commento al gruppo AC, un portavoce ha risposto con un freddo e diretto: “AC Group non ha mai presentato una relazione al governo”. E la Planning Authority
? Nessuna risposta, lasciando la sensazione di una silenziosa cospirazione in corso.
Questa notizia arriva proprio quando il governo ha dato il via libera alla revisione del piano locale, aprendo la strada a uno sviluppo faraonico che prevede hotel, grattacieli e aree commerciali. La consultazione pubblica è appena iniziata, ma i dettagli emersi sono già sufficienti a scatenare polemiche.
Cosa nascondono questi nuovi piani locali?
Al momento, i dettagli restano confusi, ma una presentazione trapelata offre una visione inquietante di ciò che potrebbe accadere. La Planning Authority vuole “riconfigurare” le zone, suddividendo l’area in otto sottozone specifiche: alcune dedicate a hotel di lusso, altre a sviluppo residenziale, e altre ancora a uffici, negozi e parcheggi. Gli sviluppatori hanno in mente di costruire in altezza, proponendo quattro hotel separati, tre dei quali in torri altissime, mentre il quarto sorgerà sul sito di Cresta Quay, proprio lungo la baia.
Ma non è tutto. Le aree pubbliche aperte cresceranno: gli sviluppatori promettono una piazza pubblica di ben 7.350 metri quadrati, proprio di fronte alla spiaggia, un vero polmone verde in un’area che fino ad ora è stata destinata a edifici a bassa densità.
E poi c’è la questione delle altezze: i nuovi limiti di altezza per gli edifici sono un mistero, ma i progetti parlano di torri fino a 39 piani. St George’s Bay potrebbe presto essere dominata da grattacieli imponenti.
Cosa sono davvero i piani locali e perché contano così tanto?
Un piano locale è una mappa per il futuro. Stabilisce dove possono essere costruiti gli edifici e dove, invece, lo sviluppo è proibito. Inoltre, fissa l’altezza massima degli edifici in ogni zona, ma senza entrare troppo nei dettagli. Il problema? I piani locali cambiano raramente. L’ultimo grande cambiamento risale al 2006, quando il governo PN incluse ampie porzioni di terreni incontaminati nelle zone edificabili.
Il risultato? Una spinta incontrollata all’urbanizzazione che ha trasformato Malta. Il governo attuale ha spesso incolpato quelle decisioni per l’espansione urbana incontrollata, affermando che ridurre le zone edificabili violerebbe i diritti dei proprietari. Eppure, ogni tanto qualcosa cambia: il piano di Ħondoq ir-Rummien è stato modificato per vietare ogni costruzione, mentre quello per Mrieħel ha eliminato i limiti di altezza, aprendo la strada alle torri Quad.
Ora, il timore è che la revisione di Villa Rosa sia solo l’inizio di un nuovo boom edilizio, che potrebbe trasformare per sempre il paesaggio di St George’s Bay.
Cosa dicono gli attuali piani locali dell’area?
Al momento, l’area è suddivisa in otto zone distinte, ognuna con le sue regole e limitazioni. Alcune aree sono destinate a sviluppo ad alta densità, altre a bungalow e giardini esistenti. Ma ci sono anche tre zone in cui lo sviluppo è vietato: la spiaggia di St George’s Bay, alcuni tratti di costa naturale e una piccola area designata come “spazio pubblico aperto”.
Con la revisione in atto, però, tutti questi limiti potrebbero essere ribaltati.
E adesso?
La palla passa al pubblico. Fino al 25 novembre, i cittadini possono esprimere le loro opinioni sulla revisione, ma una seconda fase di consultazione pubblica è prevista, e solo allora sapremo quali saranno i cambiamenti concreti. Una cosa è certa: la St George’s Bay che conosciamo potrebbe presto non esistere più.
Foto: Mark Zammit Cordina