Connect with us

Malta

Centro sanitario da 22 milioni: promesse mancate e spiragli di apertura

Published

on

Una vicenda che sembra non avere fine. Il Censu Moran Paola Health Hub, un progetto da 22 milioni di euro pensato per rivoluzionare l’assistenza sanitaria maltese, resta chiuso, mentre il governo si trova ora a dover pagare 1,8 milioni di euro al consorzio Ergon-Technoline. Questo, secondo una decisione di un collegio arbitrale, è solo l’ultimo capitolo di una storia fatta di ritardi, promesse mancate e risvolti legali.

Fonti interne rivelano che il governo non potrà nemmeno recuperare i 2 milioni di euro in penali inflitti al consorzio per i ritardi. Un colpo amaro, considerato che il contratto originario prevedeva il completamento dei lavori entro il 2020. Eppure, sei anni dopo, il centro resta un guscio vuoto, un monumento alle opportunità perse.

Nonostante i lavori siano terminati, il governo afferma di non aver potuto dare l’ok definitivo alla struttura a causa della mancanza di certificazioni di conformità emesse dal consorzio.  Questo ha impedito l’apertura del centro e ha fatto scattare penali giornaliere che hanno raggiunto cifre astronomiche.

Il consorzio, però, non ha accettato il colpo passivamente, avviando un procedimento arbitrale internazionale contro la decisione del governo di rescindere il contratto. Mentre il collegio arbitrale ha respinto molte richieste di risarcimento del consorzio, ha anche negato al governo il diritto a un risarcimento per i danni subiti, inclusa la perdita di fondi europei e i costi aggiuntivi di gestione.

Un portavoce del Ministero della Salute ha dichiarato che “_sia il Ministero che la FMS [Foundation for Medical Services] sono soddisfatti dell’esito dell’arbitrato_”, ma ha aggiunto che commentare ulteriormente sarebbe “_prematuro_”, dato che la decisione potrebbe essere impugnata.

Ma non tutti sono soddisfatti. Adrian Delia e Ian Vassallo, esponenti dell’opposizione, hanno definito i ritardi come “il certificato del fallimento del governo in un altro progetto”. Parlando dal parcheggio vuoto del centro, i due hanno criticato anche la decisione di abbandonare un progetto simile per la regione settentrionale, definendola miope. “La chiusura del centro di Rabat sta aggravando i tempi di attesa per i servizi sanitari in tutto il Paese”, hanno dichiarato.

Advertisement

Eppure, una luce in fondo al tunnel sembra intravedersi. Fonti vicine al Ministero della Salute suggeriscono che il centro potrebbe finalmente aprire entro la metà del prossimo anno. “Il nostro obiettivo rimane quello di offrire un centro sanitario all’avanguardia per servire al meglio i cittadini maltesi” , ha assicurato il portavoce del ministero.

Questa struttura, definita dal ministro Jo Etienne Abela come “un piccolo ospedale” , dovrebbe servire circa 130.000 persone. Ma la sua storia è stata tormentata fin dall’inizio. Approvato nel 2017, il progetto ha subito un primo rallentamento quando l’appalto inizialmente assegnato è stato revocato per irregolarità. Da allora, il contratto è passato al consorzio Ergon-Technoline, un gruppo italo-maltese con un passato controverso, legato persino allo scandalo Vitals.

Foto: Matthew Mirabelli

Continue Reading