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Malta

Cassola all’attacco: integrità della PA in bilico dopo sanatoria Gozo

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Arnold Cassola non ha certo usato mezzi termini: l’integrità dell’Autorità di Pianificazione (PA) è messa seriamente in dubbio dopo la scandalosa sanatoria di strutture abusive a Gozo, in un caso che ha scosso le fondamenta del sistema di pianificazione maltese. Foto: Times of Malta

Giovedì scorso, Cassola ha ufficialmente richiesto l’intervento del Difensore Civico per indagare sul controverso episodio della PA, che ha approvato la sanatoria di attici illegali in un complesso edilizio a Sannat, legato al potentissimo costruttore Joseph Portelli. Questo non è solo uno dei tanti episodi di malaffare urbanistico: è un vero e proprio attacco alla giustizia e alla trasparenza nel cuore delle istituzioni maltesi.

Il progetto, che comprende blocchi di appartamenti con piscine in un’area rurale di Gozo, era stato subdolamente presentato in due richieste distinte nel 2020 e nel 2021, un chiaro tentativo di spezzettare un mega-sviluppo per eludere il rigoroso controllo che un progetto di tali dimensioni avrebbe inevitabilmente richiesto. Ma Cassola non ci è cascato.

Uno dei soci di Portelli, Mark Agius, ha fatto domanda per scavare il sito e costruire ben 29 appartamenti, 20 garage sotterranei e una piscina (PA2035/21). Nonostante l’opposizione, la proposta è stata approvata, lasciando sgomenti i cittadini.

L’ONG Din L-Art Ħelwa, sempre in prima linea nella difesa del patrimonio maltese, ha presentato ricorso contro la decisione della PA. Ma quando anche il Tribunale per l’Ambiente e la Pianificazione (EPRT) ha dato il via libera al progetto, l’ONG ha deciso di portare la battaglia in tribunale.

Quest’anno, il Giudice Capo Mark Chetcuti ha emesso una sentenza chiara e inequivocabile: l’EPRT ha applicato erroneamente le politiche, dichiarando che la piscina e il piano attico non avrebbero mai dovuto essere approvati. Una vittoria amara, perché nel frattempo entrambe le strutture erano già state costruite.

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E qui arriva la parte più inquietante: mentre il popolo maltese si indignava, una nuova domanda (PA/03869/24) è stata presentata da Tarlochan Singh per sanare due di quegli attici abusivi. Singh ha affermato di non essere il proprietario dell’intero sito, ma di avere il permesso per procedere grazie a un accordo con il proprietario. È un gioco di ombre, che si spinge sempre più in profondità nell’illegalità.

Le associazioni Flimkien għal Ambjent Aħjar e Din L-Art Ħelwa hanno lanciato l’allarme, con quest’ultima che ha immediatamente chiesto la revoca del permesso di sanatoria. Ma non finisce qui.

Il candidato indipendente Cassola ha deciso di non restare a guardare e ha chiesto l’intervento del Commissario per l’Ambiente e la Pianificazione dell’Ufficio del Difensore Civico per fare piena luce su questo scandalo.

“La sanatoria di queste strutture abusive solleva serie domande sull’integrità e la responsabilità della PA. È preoccupante come una sentenza della corte – che ha chiaramente dichiarato illegale lo sviluppo – sia stata ignorata,”  ha dichiarato Cassola, aggiungendo che questa decisione crea un precedente pericoloso che potrebbe minare irrimediabilmente la fiducia del pubblico nel sistema di pianificazione.

Cassola ha inoltre esortato il commissario a verificare se la sentenza della corte sia stata considerata durante il processo di sanatoria e se vi siano state influenze esterne o irregolarità che abbiano portato a questa scandalosa sanatoria delle strutture abusive.

‘La PA ha agito in totale disprezzo della legge’

Din L-Art Ħelwa, dal canto suo, ha presentato ricorso contro la decisione della PA, denunciando come il processo sia stato condotto in modo “segreto e opaco tramite un procedimento sommario accelerato.”

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Secondo l’ONG, la domanda di sanatoria non faceva alcun riferimento al permesso precedente, revocato dalla corte. E anche se una richiesta sommaria non può essere processata se non conforme ai piani e alle politiche, la PA ha comunque approvato la domanda, ignorando spudoratamente la legge.

“La PA ha agito in totale disprezzo della legge, rendendosi complice di pratiche abusive. Din L-Art Ħelwa non chiuderà un occhio su questo palese disprezzo della legge,” ha aggiunto l’ONG, sottolineando che “la PA deve essere controllata e gli individui responsabili di questo episodio vergognoso devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni.”

Anche Flimkien għal Ambjent Aħjar ha espresso la sua indignazione, affermando che la PA si è posta al di sopra della giustizia, con la grave conseguenza che lo stato di diritto non esiste più a Malta.

“Le implicazioni di questo sono estremamente gravi, poiché il cittadino ordinario viene privato degli elementi di giustizia più basilari, annullando gli sforzi, i fondi e i diritti fondamentali dei cittadini di cercare rimedi legali contro gli abusi, scuotendo le fondamenta stesse della nostra democrazia.”

FAA ha concluso con parole pesanti: la PA ha “raggiunto nuovi livelli di cospirazione per incoraggiare atti illegali.”

Legalizzando i due attici, la PA ha sfidato apertamente la massima autorità giudiziaria del paese: “La PA e l’EPRT, insieme alla Soprintendenza per il Patrimonio Culturale, stanno continuando a far sprofondare questo paese in un pantano di illegalità. Questa ultima violazione di una sentenza emessa dal Giudice Capo avvalora la percezione che viviamo in un paese dove Joseph Portelli e i suoi colleghi sviluppatori hanno il potere assoluto sulle leggi e sulla giustizia, come in uno stato mafioso.”

Foto: Times of Malta

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