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Malta

Caso Vitals: il perito chiave rifiuta di testimoniare a Malta

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Il caso Vitals si arricchisce di nuovi colpi di scena: il contabile forense Jeremy Harbinson, uno degli autori del rapporto esplosivo sulla privatizzazione degli ospedali Karin Grech, St Luke’s e Gozo, si rifiuta di venire a Malta per testimoniare. Un rapporto di ben 1.200 pagine che ha fatto tremare i potenti, portando all’accusa di corruzione contro decine di figure di spicco, compreso l’ex primo ministro Joseph Muscat. Ma Harbinson, anziché presentarsi in tribunale, ha deciso di restare lontano dall’isola per paura della propria sicurezza.

In un’affidavit presentata il mese scorso, Harbinson ha dichiarato che non metterà piede a Malta a meno che non gli venga garantito un nuovo contratto con pagamento per la testimonianza. Non solo: ha anche rivelato che il rapporto non era destinato a essere usato direttamente come base per le accuse, ma doveva rimanere riservato, esclusivamente agli occhi del magistrato. Un’affermazione che ha fatto infuriare la giudice Edwina Grima, che ha subito ricordato che secondo la legge maltese Harbinson potrebbe essere comunque convocato a testimoniare.

Nel frattempo, l’ONG Repubblika accusa il governo di non aver introdotto regolamenti che permetterebbero a Harbinson di testimoniare in video. Accuse a cui ha risposto prontamente il ministro della Giustizia Jonathan Attard. E tutto questo mentre si discute una riforma che potrebbe rivoluzionare il sistema di selezione e compensi degli esperti della corte.

Ma chi sono davvero questi esperti della corte e cosa fanno?

Il codice penale maltese è chiaro: quando un caso richiede competenze specialistiche, i tribunali possono nominare esperti incaricati di raccogliere documenti, esaminare testimoni sotto giuramento e trasmettere le loro scoperte alla polizia, soprattutto se si tratta di dati sensibili come impronte digitali o DNA. Tuttavia, nonostante la legge preveda che un’inchiesta magistrale debba concludersi entro due mesi, la realtà è ben diversa, e molti esperti impiegano ben più tempo.

Una volta completato, il rapporto dell’esperto diventa parte integrante dell’inchiesta, noto come “procés-verbal”, e deve essere sempre presentato come prova durante il processo. Questo significa che qualsiasi informazione raccolta dagli esperti finirà inevitabilmente davanti ai giudici, al di là dell’intenzione iniziale di tenerla riservata.

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Ma gli esperti devono davvero testimoniare?

La risposta è sì. Una volta conclusa l’inchiesta, la legge prevede che la polizia o l’avvocato generale possano convocare gli esperti per testimoniare, anche solo per essere sottoposti a controinterrogatorio. Non solo: le linee guida del Consiglio d’Europa non lasciano spazio a interpretazioni diverse, affermando chiaramente che “l’esperto ha il dovere di comparire in tribunale e spiegare verbalmente il proprio rapporto, se richiesto.”

Eppure, molti esperti hanno confessato al Times of Malta che questa obbligatorietà non viene mai formalizzata per iscritto. Non solo non ricevono una comunicazione ufficiale della loro nomina, ma nemmeno un contratto che specifichi le loro responsabilità e, soprattutto, i compensi. Un sistema che, secondo uno degli esperti coinvolti nel caso Vitals, “si basa in fin dei conti sulla fiducia” .

Una questione di milioni

Le parcelle degli esperti sono diventate un tema scottante negli ultimi mesi. Solo per il caso Vitals, i costi hanno superato i 10 milioni di euro. E secondo una risposta a un’interrogazione parlamentare del 2024, Harbinson Forensics avrebbe incassato ben 18,3 milioni di euro tra il 2017 e la metà del 2024 per i suoi servizi.

La riforma che cambierà tutto

Le modifiche proposte promettono di ribaltare completamente il sistema. Innanzitutto, solo persone fisiche – e non società – potranno essere nominate esperti della corte, in linea con le direttive europee. Inoltre, se un magistrato dovesse scegliere un esperto non incluso nella lista ufficiale, dovrà giustificarne la scelta.

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E non finisce qui: le nuove regole impongono limiti stringenti anche ai compensi, stabilendo che gli esperti stranieri dovranno essere pagati secondo le tariffe normalmente applicate ai professionisti maltesi. Se poi il costo degli esperti in un’inchiesta supera i 50.000 euro, servirà l’approvazione del capo della giustizia.

Resta da vedere come si evolverà la situazione. Una cosa è certa: il caso Vitals ha sollevato un polverone destinato a durare a lungo.

Foto: [Matthew Mirabelli]

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