Carmen Muscat, sopravvissuta agli abusi sui minori, è diventata il simbolo di una battaglia disperata e coraggiosa: eliminare i termini di prescrizione per chi ha subito violenze da bambino. Insieme ad attivisti e altre vittime, grida al mondo che le leggi attuali sono ingiuste, un muro che impedisce a chi soffre di ottenere giustizia.
“Ci vogliono anni, a volte decenni, per trovare il coraggio di denunciare gli abusi”, dice Antoinette Vassallo, Commissaria per l’Infanzia, che si unisce a Muscat in questa battaglia. “Quando gli aggressori sono persone di fiducia, come membri della famiglia o conoscenti stretti, la paura e il senso di colpa paralizzano le vittime”.
Secondo la legge maltese, chi ha subito abusi sessuali durante l’infanzia deve denunciare entro il compimento dei 38 anni. Troppo tardi per molte vittime, che spesso si confrontano con il proprio trauma solo dopo anni di silenzio. Anche i numeri parlano chiaro: i dati Eurostat rivelano che la maggioranza delle donne che subisce violenze durante l’infanzia non denuncia mai ufficialmente. Raccontano a un amico, forse a un collega, ma raramente trovano la forza di rivolgersi alla polizia.
La stessa Carmen Muscat conosce questa realtà in prima persona. “Quando un bambino vive in un ambiente abusivo, non distingue più ciò che è giusto o sbagliato. E quando finalmente lo capisce, spesso non ha il coraggio di parlarne”
, racconta con la voce rotta dall’emozione.
Insieme a Rosanne Saliba, anche lei vittima, Muscat ha portato il suo caso in tribunale. Le due donne affermano di essere state abusate da alcune suore presso l’orfanotrofio Lourdes Home a Gozo negli anni ‘70 e ‘80. Una storia che si intreccia con il silenzio e la complicità di istituzioni che avrebbero dovuto proteggerle.
Gli orrori del Lourdes Home, denunciati pubblicamente per la prima volta nel 2006 attraverso testimonianze agghiaccianti, hanno scosso l’intero paese. Le sopravvissute, allora già adulte, hanno raccontato abusi protratti per decenni. Una commissione istituita dalla Chiesa nel 1999 aveva dichiarato infondate le accuse, ma nel 2008 un nuovo rapporto ha rivelato prove di “comportamenti inammissibili”. Eppure, nessuno è mai stato incriminato. I reati, hanno detto le autorità, erano ormai prescritti.
Muscat non si arrende. “Non dovrebbe esserci un limite di tempo per quando una vittima può raccontare la propria storia”, afferma con forza. “Molti sopravvissuti vivono per anni sotto il controllo psicologico dei loro aguzzini. Anche quando riescono a liberarsene, la paura e il dolore restano. Rivivere quei momenti è un incubo che richiede un coraggio immenso.”
Foto: Per gentile concessione di Carmen Muscat