Una tempesta si sta abbattendo sul mondo dell’edilizia maltese: un nuovo emendamento rivoluzionario potrebbe bloccare i lavori di costruzione fino alla fine dell’intero processo di ricorso. Ma c’è un problema: manca una scadenza precisa. E ora, circa 20 organizzazioni sono sul piede di guerra, chiedendo al governo di agire subito e di fissare una tempistica chiara.
Il ministero della pianificazione aveva promesso un cambio di rotta epocale: “nessuna costruzione potrà andare avanti se c’è un ricorso in atto, sia davanti al tribunale per gli appelli di pianificazione, sia alla Corte d’Appello”. Parole forti, ma che finora non hanno trovato seguito. “Non ci sono ancora impegni concreti sui tempi”, denunciano gli attivisti, “e non ci sono nemmeno garanzie che questa nuova legge risolverà davvero i problemi che i cittadini maltesi stanno affrontando ogni giorno”
.
Le organizzazioni ambientaliste puntano il dito contro l’Autorità di Pianificazione (PA), accusata di aver ignorato una sentenza chiave della Corte d’Appello, definendo la sua recente decisione “flagrantemente abusiva”
. Il caso al centro della polemica? La costruzione di lussuosi appartamenti con piscine a Gozo, approvati nonostante forti opposizioni, e già oggetto di una dura battaglia legale.
Secondo le ONG, l’Autorità avrebbe deliberatamente frammentato un mega-progetto per evitare le rigide verifiche richieste da un’opera di tale portata. Uno degli esempi più discussi è la richiesta (PA2035/21) presentata da Mark Agius, noto sviluppatore e socio d’affari di Portelli, per costruire 29 appartamenti, 20 garage sotterranei e una piscina. Nonostante le proteste, il progetto ha ottenuto il via libera.
L’organizzazione Din L-Art Ħelwa ha presentato ricorso contro l’approvazione della PA e, nonostante anche il Tribunale per l’Ambiente e la Pianificazione (EPRT) avesse sostenuto il progetto, il caso è giunto fino ai tribunali. Qui, il Capo della Giustizia Mark Chetcuti ha stabilito che l’EPRT aveva applicato in modo errato le politiche di pianificazione, annullando parzialmente il progetto, compresa la costruzione della piscina e del piano attico. Ma quando la decisione è arrivata, le strutture erano già state completate.
A quel punto, un’altra domanda (PA/03869/24) è stata presentata da Tarlochan Singh per sanare due attici costruiti illegalmente. Singh ha dichiarato di non essere il proprietario del sito, ma di avere un accordo con il legittimo proprietario per proseguire con i lavori.
Nonostante tutto, Flimkien għal Ambjent Aħjar e Din L-Art Ħelwa non mollano, e continuano a protestare contro questa sanatoria. Din L-Art Ħelwa ha addirittura chiesto la revoca del permesso di regolarizzazione, e intanto ha fatto appello al Commissario per l’Ambiente e la Pianificazione, parte dell’Ufficio del Difensore Civico, affinché indaghi sulla questione.
Mercoledì, il gruppo di ONG ha rilasciato una dichiarazione al vetriolo, denunciando come “l’Autorità di Pianificazione possa ignorare la dichiarazione e la sentenza definitiva della Corte d’Appello e successivamente sanare questa proprietà. Questo è inaccettabile e dimostra l’urgenza di modificare immediatamente le leggi sulla pianificazione”
. Le organizzazioni chiedono che lo Stato di diritto venga rispettato in tutte le leggi, incluse quelle legate alla pianificazione e all’ambiente.
La richiesta è chiara: un incontro urgente con il Primo Ministro e il ministro della pianificazione per discutere gli emendamenti proposti e fissare finalmente una tempistica precisa.
Le organizzazioni che stanno portando avanti questa battaglia includono: BirdLife Malta, Din l-Art Ħelwa, Flimkien għal Ambjent Aħjar, Friends of the Earth Malta, Għawdix, Moviment Graffitti, Nature Trust Malta, Ramblers Association Malta, The Archaeological Society Malta, Wirt Għawdex, Azzjoni Tuna Artna Lura, Għaqda Residenti tal-Qrendi, Għaqda Storja u Kultura Birżebbuġa, Marsaskala Residents Network, Marsaxlokk Heritage, Nadur Nadif, Residenti Beltin, Sliema Residents Association e Wirt iż-Żejtun.
Foto: Matthew Mirabelli.