Un attacco frontale contro il Partito Nazionalista e il Partito Popolare Europeo (EPP), una difesa strenua del governo e una riforma che sta facendo discutere tutta Malta. L’eurodeputato laburista Alex Agius Saliba e la presidente del gruppo Socialisti e Democratici (S&D) Iratxe García Pérez hanno scritto direttamente alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per smontare, punto per punto, quelle che definiscono “menzogne e pregiudizi fuorvianti”
sul disegno di legge che cambierà il modo in cui i cittadini potranno richiedere un’inchiesta magistrale.
Il Partito Laburista ha dichiarato che la lettera è stata inviata per “contrastare la campagna di disinformazione orchestrata dal Partito Nazionalista”. Ma non è tutto: secondo il PL, queste “inesattezze” sono state riprese dall’EPP, che non ha esitato a definire la riforma “un grave passo indietro”
per lo stato di diritto a Malta.
Il governo ha proposto una modifica sostanziale al sistema delle inchieste magistrali. Se oggi qualsiasi cittadino può richiederne una senza particolari vincoli, con la nuova legge sarà obbligatorio prima sporgere denuncia alla polizia e attendere sei mesi prima di poter fare appello a un magistrato.
L’EPP non ha perso tempo e ha subito attaccato la proposta, inviando a von der Leyen una lettera in cui denuncia che il disegno di legge “ridurrebbe i diritti dei cittadini” e rappresenterebbe “un grave passo indietro”
nella lotta alla corruzione.
La replica di ferro del governo: “Stiamo applicando le raccomandazioni europee”
Ma il Partito Laburista non ci sta e ribatte con forza: secondo la lettera inviata da Agius Saliba e García Pérez, la riforma si basa sulle raccomandazioni della Commissione di Venezia del 2018, che suggeriva addirittura di eliminare
le inchieste magistrali, affidando queste indagini direttamente alla procura.
Non solo: la lettera ricorda che anche nel 2013 una commissione guidata da un ex giudice della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva proposto cambiamenti simili.
Secondo i firmatari, il nuovo sistema introdurrà “parametri più chiari e strutturati per l’avvio di un’inchiesta da parte dei privati”
, ponendo fine alla possibilità per chiunque di avviare un’indagine senza fornire prove concrete.
Il disegno di legge stabilisce inoltre che solo le prove ammissibili in tribunale potranno essere utilizzate per richiedere un’inchiesta, imponendo ai magistrati un termine massimo di due anni per completare le indagini. Inoltre, cambieranno le regole per la nomina e la gestione degli esperti giudiziari.
“Stop alle inchieste usate come arma politica”
La lettera inviata a von der Leyen è chiara: il governo vuole evitare che le inchieste magistrali diventino strumenti di persecuzione personale o “armi di diffamazione”
.
Si respinge con forza l’idea che i grandi casi di corruzione a Malta siano stati portati alla luce solo grazie alla società civile: “questa affermazione ignora i significativi progressi istituzionali compiuti dal Paese nella lotta alla corruzione”
, si legge nel documento.
Il PL insiste che la riforma impedirà ai cittadini di “avanzare accuse frivole” e che il nuovo sistema renderà Malta più simile agli altri Paesi dell’UE. E per chi teme che le autorità possano insabbiare i casi, il governo garantisce che se la polizia non dovesse agire entro sei mesi, i cittadini “mantengono il diritto di rivolgersi ai tribunali”
.
Proteste e accuse di voler mettere a tacere i cittadini
Ma non tutti sono convinti. Due ex magistrati hanno definito la riforma un pericolo per la giustizia, mentre nove organizzazioni della società civile hanno chiesto al governo di pubblicare un Libro Bianco per spiegare nel dettaglio le modifiche prima dell’approvazione definitiva.
Il ministro della Giustizia Jonathan Attard, però, ha chiuso ogni porta a una consultazione pubblica. Sabato, di fronte alle critiche, ha ribadito senza esitazione che il governo ha “tutta l’autorità necessaria per procedere”.