venerdì, Marzo 29, 2024
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Malta dovrà aumentare gli investimenti nelle energie rinnovabili se non vorrà subire prezzi energetici sempre più alti

Secondo una ricerca del Times of Malta, Malta ha un urgente bisogno di aumentare le proprie fonti di energia rinnovabile poiché, nel caso in cui il prossimo anno l’Unione Europea deciderà di obbligare il governo a porre fine ai sussidi generalizzati sui consumi, le famiglie e le imprese rischieranno di subire il peso di prezzi energetici sempre più elevati.

La spesa pubblica annuale per i sussidi per ammortizzare i costi energetici ammonta a più di 400 milioni di euro all’anno, cifra che sta spingendo il deficit nazionale oltre il limite fissato dall’UE, con il rischio che possa scattare una procedura per deficit eccessivo.

Se ciò accadesse, il Paese sarebbe costretto a ridurre i sussidi energetici, eventualmente limitandoli alla popolazione più vulnerabile, hanno dichiarato i funzionari governativi.

Il Ministro delle Finanze Clyde Caruana ha chiesto una grande disciplina nella spesa pubblica, riferendo il messaggio dell’UE: “Bilanciate i vostri conti e tagliate i sussidi”. Secondo il Ministro ha riferito che Malta deve prepararsi alle sfide che deve affrontare prima che qualcuno le forzi la mano, insistendo sulla necessità di un maggiore investimento nelle fonti energetiche alternative e di un’infrastruttura che supporti la transizione verso auto sostenibili. La vendita di nuove auto a benzina e diesel verrà vietata tra soli 12 anni.

Secondo le fonti, l’aumento della produzione di elettricità da fonti rinnovabili sarebbe un elemento chiave per evitare un’impennata dei prezzi e rendere il Paese meno dipendente dalle importazioni di energia.

Ciò non significa che Malta dovrà avere parchi eolici offshore in funzione entro l’anno prossimo, ma significa che il governo deve garantire alla Commissione Europea che impiegherà nuove fonti di energia nei mesi e negli anni a venire.

Nel frattempo, Malta è anche vincolata da trattati internazionali secondo i quali dovrà diventare neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2050. Nel manifesto elettorale dello scorso anno, i laburisti si sono impegnati a collaborare con il settore privato per sviluppare progetti di energia rinnovabile eolica e solare galleggiante offshore, ma non sono stati annunciati ulteriori piani.

Il Ministro dell’Energia Miriam Dalli ha dichiarato che Malta ha già superato l’obiettivo di energia rinnovabile fissato dall’UE per il 2030 e l’ambizione del governo è di andare oltre.

La crisi energetica ha colpito l’Europa dopo l’invasione russa dell’Ucraina lo scorso anno, a causa della quale i prezzi del carburante sono aumentati e il governo maltese ha deciso di attutire completamente l’impatto pagando la differenza di prezzo, congelando di fatto le bollette per le famiglie e le imprese ai livelli precedenti la guerra.

Da allora, organizzazioni finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) hanno lodato Malta per il suo approccio alla protezione dell’economia, ma hanno ripetutamente avvertito che i sussidi non sono una soluzione a lungo termine e devono essere gradualmente eliminati.

Solo quest’anno il governo dovrebbe spendere circa 400 milioni di euro per sovvenzionare i prezzi dell’energia e dei generi alimentari nel tentativo di salvare le imprese e mantenere l’economia in crescita durante la ripresa dalla pandemia.

Per adesso, sembra che la strategia stia funzionando. In un rapporto sul rating del credito pubblicato la scorsa settimana, Fitch ha confermato il punteggio A+ di Malta, affermando che l’economia è stabile e in crescita e che il Paese sta riuscendo a ridurre il debito pubblico. Tuttavia, ha sottolineato come anche Malta è soggetta all’aumento dei prezzi internazionali dell’energia, osservando con una certa preoccupazione la mancanza di una “chiara strategia di uscita” dai sussidi per l’energia e i carburanti che potrebbe provocare seri rischi fiscali per il governo.

L’energia utilizzata da Malta proviene dal cavo di interconnessione con l’Italia e da una centrale a gas a Marsaxlokk, i quali sono spesso stati oggetto di discussione nell’ultimo decennio. L’anno scorso, il governo ha annunciato che Malta avrebbe ottenuto un secondo interconnettore per collegare l’isola alla Sicilia.

Attualmente, Malta dipende quasi interamente dalle fonti energetiche internazionali. Anche se l’economia dovesse continuare ad essere tanto florida da permettere al governo di continuare a sborsare milioni per attutire i prezzi internazionali, l’UE potrebbe bloccarlo, dato che i sussidi sono la causa primaria dell’aumento del deficit.

L’UE non permette agli Stati membri di accumulare deficit che superino il 3% del PIL del Paese, secondo il Patto di Stabilità e Crescita, nel quale si stabilisce anche che gli Stati devono mantenere il loro debito pubblico al di sotto del 60% del PIL.

Gli effetti della pandemia e della guerra in Ucraina hanno costretto l’UE ad allentare temporaneamente la presa su queste misure rigorose, consentendo ai Paesi di superare i limiti di debito e deficit per salvare le loro economie secondo la “clausola di salvaguardia generale”.

Finora Malta ha tenuto sotto controllo il suo debito, ma ha trovato la clausola si è rivelata  utile nel momento in cui ha attuato le sovvenzioni per l’energia, manovra che ha fatto aumentare il debito ben oltre i limiti consentiti.

All’inizio di questo mese, l’UE ha informato gli Stati membri che la clausola verrà interrotta alla fine di quest’anno e che i Paesi dovranno ridurre nuovamente la spesa pubblica.

I Paesi che non riusciranno a ridurre la spesa entro novembre del prossimo anno potrebbero affrontare una procedura per deficit eccessivo.

È probabile che Malta sarà tra questi, poiché si prevede che per quella data il deficit sarà ancora superiore al 3%.

Questo non è un problema, a patto che il governo presenti un piano pratico e mirato per convincere l’UE che nei mesi e negli anni successivi diminuirà la dipendenza del Paese dalle fonti energetiche internazionali e aumenterà le fonti rinnovabili nazionali.

I funzionari governativi temono lo scenario in cui Malta si troverà costretta a smettere di erogare sovvenzioni per l’energia mentre sarà ancora dipendente da fonti estere e i prezzi internazionali dell’energia sempre più alti.

Ciò significherebbe che i prezzi dell’energia subirebbero inevitabilmente un’impennata, con spese difficili da sostenere per molte famiglie e imprese maltesi.

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