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Malta

Assolto dopo accuse gravi: il tribunale mette in dubbio la versione della donna

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Un uomo accusato di aver brutalmente aggredito la sua fidanzata incinta, causandole un aborto spontaneo, è stato assolto. Il motivo? Il tribunale ha ritenuto che le parole della donna non fossero credibili. Un colpo di scena inaspettato in una vicenda che ha scosso profondamente l’opinione pubblica.

Secondo quanto emerso, la donna non ha mai fornito alcuna prova concreta della sua gravidanza né dimostrato di essere stata vittima di violenze. Ma c’è di più: il tribunale ha scoperto che soffriva di disturbi mentali, accompagnati da episodi di delirio, mettendo ulteriormente in discussione la veridicità delle sue dichiarazioni.

Il caso risale al 2017, quando la donna ha sporto denuncia alla polizia sostenendo che l’ex fidanzato l’aveva minacciata e ferita gravemente, portandola a perdere il bambino. “Mi picchiava, mi controllava e spegneva le sigarette su di me,” ha raccontato tra le lacrime. Ha anche affermato che lui le aveva rotto il naso e convinto un medico aziendale a credere che si trattasse di un incidente stradale. “Era così manipolatore che sono finita ricoverata al Mount Carmel Hospital per il crollo psicologico che mi aveva causato,”  ha aggiunto.

Ma la difesa ha presentato una narrazione completamente diversa. L’uomo ha negato tutte le accuse, dichiarando che la relazione era terminata dopo che lei aveva ammesso di averlo tradito. Ha dipinto un quadro inquietante della sua ex compagna, descrivendola come instabile, con frequenti visioni di una bambina che “rompeva oggetti e tentava di farsi del male.” Ha anche affermato di averle offerto di pagare una visita psichiatrica per aiutarla. Quanto alla presunta gravidanza, ha dichiarato: “Mi disse di essere forse incinta, ma quando le comprai un test, non mi mostrò mai il risultato.”

Anche la madre dell’uomo ha testimoniato, affermando che la donna spesso mostrava comportamenti bizzarri e parlava delle sue visioni. “All’inizio la aiutavo dandole cibo, ma poi ho capito che non era affatto riconoscente,”  ha detto.

Un medico aziendale ha confermato che la donna era spesso assente dal lavoro, giustificandosi con certificati per depressione. Tuttavia, l’esame medico legale non ha riscontrato alcun segno di violenza fisica e ha concluso che la donna soffriva di sintomi di psicosi.

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Alla luce delle prove insufficienti e basandosi solo sulla testimonianza della donna, il tribunale, presieduto dal magistrato Claire Stafrace Zammit, ha stabilito che le accuse non erano state provate oltre ogni ragionevole dubbio. L’uomo è stato quindi assolto, mentre è stato imposto un divieto ai media di divulgare i nomi delle parti coinvolte.

Avvocati della difesa: Franco Debono e Marion Camilleri.

Foto: Chris Sant Fournier

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