Un vero momento di orgoglio: Angela Bettoni, una giovane che ha sfidato tutte le aspettative, si laurea al MCAST. Ma attenzione, Angela, che potrebbe essere la prima laureata del MCAST con sindrome di Down, non si considera affatto una pioniera. Anzi, è lei stessa a dirlo chiaramente: “Non sono una trailblazer, sto solo vivendo la mia vita al massimo.”
A soli 23 anni, Angela ha già superato ostacoli che sembravano impossibili, spingendosi sempre oltre i limiti. Dopo il diploma, ha già varcato le soglie dell’università, segnando un altro primato per le persone con sindrome di Down a Malta. Qui, sta seguendo il suo sogno nelle arti performative, portando avanti il lavoro della sua tesi sulla rappresentazione delle persone con disabilità cognitive nel mondo dello spettacolo e frequentando un diploma sull’accesso alla comunità per le persone con disabilità.
Ma Angela non vuole essere vista come un’eroina: “Non pensatemi come un’eroina!”
dice con modestia.
Eppure, non si arrabbia se qualcuno la considera tale: “I miei successi sono aperti all’interpretazione. Le persone possono vedermi come vogliono, non mi interessa. Sto solo cercando di vivere la mia vita.”
Molti la considerano una fonte d’ispirazione, ma Angela chiede semplicemente di essere vista per ciò che è: “Una persona.” Eppure, la realtà è che Angela sta dimostrando che c’è molto di più nel “vivere la vita”
di quanto possa sembrare.
“Stiamo cambiando le aspettative!”
Questi traguardi, Angela li vede come un modo per “alzare l’asticella…”. Dimostra che, con il giusto sostegno, l’accesso all’istruzione superiore non è solo un sogno per le persone con disabilità, ma una possibilità concreta. Con determinazione, sottolinea: “Penso che stiamo alzando le aspettative, dando speranza e creando spazi dove le persone possano essere viste per chi realmente sono.”
Angela, che ora sta affinando competenze che la aiuteranno a diffondere maggiore consapevolezza, è pronta a mettere in pratica tutto questo nel suo lavoro nelle arti performative e nella vita quotidiana.
A soli 18 anni, si è unita all’Opening Doors Association, un gruppo teatrale dedicato agli adulti con disabilità cognitive. Da allora, ha lottato per promuovere spettacoli a capacità mista, credendo fermamente che il meglio debba ancora venire.
“Sono orgogliosa di dire che dal 2021 abbiamo portato sul palco sette spettacoli a capacità mista, e sono stati tutti accolti molto bene,”
racconta soddisfatta Angela.
Per lei, “l’empowerment è essenziale in un contesto inclusivo a capacità mista”
ed è grata per il sostegno ricevuto.
Quando le si chiede delle difficoltà incontrate nei cinque anni trascorsi al MCAST, Angela preferisce non soffermarsi sugli ostacoli, ma piuttosto su un approccio positivo alla disabilità.
“Tendiamo a concentrarci troppo sugli aspetti negativi. Certo, ci sono stati ostacoli lungo il cammino, era inevitabile. Ci deve essere sempre qualcosa da superare, e io lo faccio sempre.”
Invece di focalizzarsi sulle sfide, Angela sceglie di evidenziare il supporto ricevuto dai suoi genitori e dai suoi insegnanti, celebrando i traguardi raggiunti.
“Dobbiamo smettere di parlare della disabilità come se fosse solo una cosa negativa. Anche noi abbiamo aspetti positivi nelle nostre vite.”
Angela ammette di aver “lottato”
con alcune parti del diploma avanzato in arti performative, come il design dei costumi, l’illuminazione, il suono e altri aspetti tecnici e matematici che richiedevano abilità motorie fini e un carico di lavoro significativo. Tuttavia, ha trovato la sua strada, passando a un corso su misura in arti creative, che le ha permesso di scegliere moduli più adatti alle sue capacità.
“Non si tratta di uguaglianza, ma di equità”
Angela spiega chiaramente cosa intende quando parla di “equità, non uguaglianza”. L’uguaglianza, dice, consiste nel trattare tutti allo stesso modo, “come se fossimo uguali alle persone non disabili”
, ma l’equità riguarda il dare a ognuno le opportunità per crescere ed eccellere.
Secondo Angela, l’istruzione, le arti performative e la vita in generale dovrebbero adottare un approccio “centrato sulla persona”
, spostandosi dal concetto di uguaglianza a quello di equità.
Angela può anche essere l’unica persona con disabilità cognitiva nel suo corso universitario, ma questo le dà un vantaggio: una visione unica su cosa significhi davvero l’accessibilità.
“Non guardo le etichette delle persone. Le vedo come individui, come anime. E mi connetto con loro da cuore a cuore, da anima a anima.”
Foto: [Archivio Times of Malta]