Il primo caso di Mpox, la temibile malattia sessualmente trasmissibile che ha già destato preoccupazione in altre parti del mondo, è ora arrivato a Malta! Le autorità sanitarie hanno lanciato l’allarme venerdì scorso, confermando che un paziente, appena rientrato nel Paese, è stato contagiato. Ma c’è un lato positivo: il paziente è in condizioni stabili e, per ora, non ha bisogno di essere ricoverato in ospedale.
“Il paziente è stato immediatamente isolato,”
ha dichiarato un portavoce del Ministero della Salute, aggiungendo che è in corso un’operazione di tracciamento dei contatti per bloccare sul nascere qualsiasi ulteriore diffusione. Ma c’è ancora un’incognita: al momento, non è stato identificato il clade specifico del virus Mpox che ha infettato il paziente.
Il Ministero ha prontamente emanato una serie di precauzioni per proteggersi dal contagio di questa pericolosa infezione. Primo fra tutti, “praticate sesso sicuro e non abbiate paura di affrontare discussioni aperte sulla salute sessuale con i vostri partner.”
Evitate qualsiasi contatto stretto con persone che mostrano sintomi come febbre, eruzioni cutanee o linfonodi ingrossati. E non dimenticate di mantenere sempre alti standard di igiene, lavandovi regolarmente le mani con acqua e sapone.
Se vi sentite poco bene o avete avuto contatti con qualcuno che è stato diagnosticato con il Mpox, cercate subito assistenza medica.
Come si diffonde il Mpox?
L’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite ha spiegato in modo chiaro e allarmante che il Mpox si diffonde principalmente attraverso il contatto fisico ravvicinato con una persona infetta. “Il contatto stretto include pelle a pelle, come toccare o avere rapporti sessuali, e bocca a bocca, o contatto bocca a pelle, come baciarsi”.
Ma non è tutto: basta anche “stare faccia a faccia con qualcuno che ha il Mpox, ad esempio parlando o respirando da vicino, per rischiare di contrarre particelle respiratorie infettive”
.
La portavoce dell’OMS, Margaret Harris, ha rincarato la dose, affermando che se una persona con il virus ha lesioni, “parlare da vicino con qualcuno, respirandogli addosso, stando fisicamente vicini, faccia a faccia, c’è la possibilità” di trasmissione virale, sebbene questa sia “una fonte minore”
.
Il vero problema è “il contatto fisico stretto, pelle a pelle,” ha detto Harris durante un briefing a Ginevra. Anche se “quando parli con qualcuno, emetti goccioline,” questo tipo di trasmissione non è “molto significativo e non si diffonde a lunga distanza attraverso l’aria.” Insomma, serve “più ricerca per capire appieno le dinamiche di trasmissione.”
Nel frattempo, l’OMS raccomanda l’uso di mascherine per chi ha il Mpox, i loro contatti stretti e gli operatori sanitari.
E che dire del nuovo ceppo?
Ci sono due sottotipi di Mpox che preoccupano gli esperti: Clade 1, endemico nella regione del Bacino del Congo nell’Africa centrale, e Clade 2, diffuso nell’Africa occidentale.
In particolare, nella Repubblica Democratica del Congo, un aumento di casi è attribuito a due diverse varianti del Clade 1. Il primo è un focolaio nel nord-ovest della RDC, noto come Clade 1a, mentre il secondo, nel nord-est della RDC, è una nuova derivazione chiamata Clade 1b, individuata per la prima volta a settembre dello scorso anno e che si sta diffondendo rapidamente.
Questa diffusione del Clade 1b e la sua rilevazione nei Paesi vicini hanno spinto l’OMS a lanciare il suo massimo allarme di emergenza. Il Clade 1 è più virulento del Clade 2 e, per questo, è considerato più pericoloso, con un tasso di mortalità più elevato.
Ma c’è ancora molto da scoprire. Riguardo alla maggiore pericolosità del Clade 1b rispetto al Clade 1a, Harris ha ammesso: “Non disponiamo di questi dati.” Tuttavia, “sono in corso studi per comprendere le proprietà del nuovo ceppo. Ma i dati epidemiologici disponibili non suggeriscono che la variante Clade 1b causi casi più gravi e decessi.”
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