Malta

agius conquista l’oceano: 142 km a nuoto tra resistenza e allucinazioni

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Neil Agius ha infranto ogni limite, entrando nel libro dei record con una nuotata epica di 142,3 km! Lunedì sera, quest’uomo straordinario ha conquistato l’oceano, e lo ha fatto con una resistenza che ha lasciato il mondo senza parole. Ma quando si è avvicinato a Għar Lapsi, dopo aver circumnavigato tutto l’arcipelago maltese, nella sua testa c’era un solo pensiero.

Le folle lo attendevano con entusiasmo, pronte ad acclamarlo come l’eroe che è. Ma Agius? Lui era in un altro mondo. “Non riuscivo a vedere né sentire nessuno, tutto ciò che vedevo erano pallet di gomma dappertutto”  ha confessato. Le onde si infrangevano rumorosamente, coprendo ogni suono, tranne le voci di due membri del suo team che, con dei bastoncini luminosi, lo guidavano verso la scaletta. E così, dopo ben 60 ore e 35 minuti di pura lotta contro gli elementi, Agius ha concluso l’impresa che ora è riconosciuta come la nuotata oceanica più lunga mai registrata al mondo, non assistita e in condizioni neutre di corrente. Un risultato che cambierà la storia del nuoto per sempre.

Sabato, Agius ha raccontato le ultime fasi della sua impresa durante una conferenza stampa al Royal Malta Yacht Club, circondato dai 25 membri della sua squadra, coloro che lo hanno sostenuto, sfamato e guidato per tutto il percorso. Tra questi c’era anche la sua compagna, Lara Vella, il direttore della logistica Gordon Bugeja e David Brookes, che ha monitorato le condizioni meteorologiche, l’alimentazione di Neil e ha gestito la certificazione del record.

Ma questa vittoria nasce da un fallimento. L’anno scorso, l’atleta aveva tentato di attraversare i 160 km tra Maiorca e Ibiza, ma era stato costretto a rinunciare a causa delle dolorose punture di medusa. Eppure, proprio quel fallimento è stato la chiave del suo successo. “Quella sconfitta è stata fondamentale per il successo di quest’anno” ha rivelato Agius, “Ho cambiato tutto. Questo è il settimo anno che faccio queste nuotate, e continuo a migliorare e a trovare nuovi modi per progredire.”

La sua passione per il nuoto in acque libere è inarrestabile: “Puoi cercare su Google come si fa a bollire un uovo, ma non troverai mai ‘come nuotare per 160 km’.” Così, dopo mesi di allenamento incessante, il momento era finalmente arrivato. Pochi minuti prima di immergersi nelle acque di Għadira Bay, Agius si è fermato un istante per chiudere gli occhi e sentire la sabbia sotto i piedi. “Non puoi credere che quel giorno sia finalmente arrivato, dopo una vita di preparazione. Hai fatto tanti sacrifici, hai sudato e sofferto per mesi… Chiudi gli occhi e sai che è il momento di agire.”

Ogni 30 minuti, Neil faceva una breve pausa di 90 secondi, necessaria per ristorarsi: “Dovevo mangiare, bere e sciacquarmi la bocca con il collutorio per ridurre l’infiammazione.” Ma c’era di più: doveva approfittare di quel brevissimo momento per urinare e comunicare con la squadra. Ogni parola doveva essere dosata, poiché troppe voci avrebbero potuto distrarlo. Ma se pensate che nuotare attorno a Malta fosse più facile che attraversare distese oceaniche, vi sbagliate. “È molto peggio! Il mare è più basso vicino alla costa e di notte inizi a vedere le rocce sotto di te che si trasformano in ombre strane… e ti viene da pensare che non siano rocce!”

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Le difficoltà non si sono fatte attendere. Già la prima notte, Agius ha iniziato a soffrire per il freddo intenso. “Batteva i denti dal freddo e io ero davvero sorpresa” ha raccontato Lara Vella. Questo evento, spostato a settembre per evitare le meduse, ha portato con sé notti più fredde, un imprevisto che il team ha affrontato raddoppiando gli sforzi per mantenere alto il morale. Eppure, il freddo ha preoccupato anche Agius, che temeva che l’ipotermia potesse far peggiorare le sue allucinazioni. “Sentivo l’aria fredda entrare nei polmoni e scendere fino allo stomaco… ero freddo dentro e fuori.”  Il secondo giorno, già sveglio da oltre 30 ore, le sue preoccupazioni si facevano sempre più intense.

Nonostante tutto, la notte portava con sé anche momenti magici. “Era buio pesto, ma la luna era così luminosa… mi ha dato forza, energia, potenza per andare avanti.” Nel frattempo, il team affrontava una sfida altrettanto ardua: una tempesta in arrivo. Il direttore della logistica aveva suggerito di cambiare rotta, ma Agius ha deciso di non modificare il piano. “Se cambiassimo percorso, avremmo dato l’impressione di voler scegliere la via più facile, e non volevamo trasmettere questo messaggio. Abbiamo lavorato troppo duramente per non ottenere ciò che meritavamo.”  E così, nonostante le onde alte quanto una porta, Agius ha continuato a lottare fino a raggiungere la meta.

Alla fine, Agius ha deciso di fermarsi a Għar Lapsi, piuttosto che proseguire fino a Golden Bay, anche per evitare di rimanere senza cibo caldo: “Sapevo che sarebbe stato meglio concludere lì.”

Ma questa impresa non è la fine per Neil Agius. Anche se per ora si concentrerà sull’apertura di un centro yoga con Lara, dove condivideranno tecniche di respirazione e insegnamenti di vita, Agius ha già nuovi traguardi in mente. “Per navigare attraverso i mari più agitati, devi allenarti ad affrontare le tempeste della vita… ed è proprio questo che vogliamo offrire nel nostro centro.”

Foto: Chris Sant Fournier, Jonathan Borg

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