Un violento attacco improvviso, una vittima scaraventata al suolo ripetutamente, e un sospettato con un passato torbido. Mohamed Ali Ahmem Elmushraty, alias Lilu King, torna al centro delle cronache con un’aggressione che lascia senza parole. La scena, avvenuta fuori da un noto bar di Sliema, è stata descritta in tribunale giovedì dalla stessa vittima, che ha raccontato di aver vissuto una settimana d’inferno: “Non riuscivo nemmeno a muovermi,”
ha dichiarato, ricordando quei drammatici momenti.
La violenza? Totalmente immotivata, secondo il malcapitato. “Non ho idea del perché sia successo,” ha detto con un misto di incredulità e sconcerto. Ma in un sorprendente colpo di scena, ha anche offerto un gesto di clemenza: “Lo perdono, purché non mi rivolga mai più la parola. Non voglio altri problemi.”
Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza, l’ispettore Eman Hayman ha spiegato come Elmushraty sia stato rapidamente identificato. “Si vede una colluttazione, la vittima che cerca di fuggire, ed Elmushraty che lo colpisce con un calcio, sollevandolo letteralmente da terra,” ha dichiarato in aula. Il riconoscimento del sospettato? Una combinazione perfetta di “statura e abbigliamento.”
La prima udienza, tenutasi il 20 ottobre, aveva portato a una semplice accusa di lesioni lievi. Ma giovedì, la svolta: l’accusa è stata aggravata a lesioni gravi, un reato che prevede pene molto più severe. L’avvocato della difesa Franco Debono ha cercato di ottenere la libertà su cauzione, sostenendo che l’inasprimento delle accuse rappresentasse tecnicamente una nuova prima seduta. Tuttavia, la magistrata Caroline Frendo Dimech ha rigettato la richiesta, mantenendo Elmushraty dietro le sbarre.
Non è la prima volta che il nome di Elmushraty riecheggia nelle aule di tribunale. Lo scorso agosto, è stato accusato di aver deliberatamente schiantato la sua Mercedes contro una buggy, guidando senza patente. In quell’occasione, i sospetti di un gesto intenzionale erano stati corroborati dalle immagini, che mostravano il sospettato discutere con il conducente della buggy e una donna identificata come sua ex compagna. “Sembrava tutto pianificato,”
aveva detto l’ispettore Hayman.
Ma i guai non si fermano qui. Già a giugno, Elmushraty aveva scampato la prigione dopo aver ammesso di aver avuto una discussione accesa con la polizia durante un incontro di boxe a Ta’ Qali. E non finisce qui: altre accuse, che vanno dal traffico di droga al riciclaggio di denaro, lo tengono ancora sotto i riflettori. Su queste, però, si dichiara fermamente innocente.
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