Chiunque osi aggredire un poliziotto non se la caverà più con una semplice sospensione della pena o una pacca sulla spalla. Basta impunità! È finito il tempo in cui si poteva farla franca.
Mercoledì, il ministro degli Affari Interni Byron Camilleri ha rivelato dettagli esplosivi su un nuovo disegno di legge che cambierà tutto: pene detentive e multe verranno inasprite senza pietà! Questo intervento arriva dopo che, solo due settimane fa, due agenti di polizia sono stati brutalmente aggrediti mentre erano in servizio. Il disegno di legge, che sarà discusso in parlamento già lunedì prossimo, non si fermerà qui: colpirà chiunque osi attaccare i funzionari pubblici, non solo la polizia!
Come cambierà la legge? Preparatevi a sanzioni mai viste!
Fino ad oggi, chi si permetteva di insultare o offendere un poliziotto poteva cavarsela con una multa ridicola: tra gli 800 e i 5.000 euro. Ma con la nuova legge, si parla di cifre ben più alte, tra i 1.200 e i 7.500 euro! Non è finita qui.
Chi osa alzare le mani contro un agente di polizia o un qualsiasi funzionario pubblico può già finire dietro le sbarre da sei mesi a due anni. Ma il nuovo disegno di legge raddoppia tutto: i trasgressori rischiano da un anno a quattro anni di carcere!
E non parliamo solo di carcere, le multe esploderanno: il minimo passerà da 4.000 a 10.000 euro, e il massimo da 6.000 a 15.000 euro. Ma attenzione, se ad aggredire un agente sono più persone, le conseguenze saranno devastanti! Le pene detentive minime passeranno da nove mesi a diciotto, e il massimo raggiungerà ben sei anni di prigione. Non solo: le multe triplicheranno fino a toccare i 22.500 euro.
E se si usano armi durante un’aggressione? Preparatevi a scontare da un anno e mezzo a sei anni di carcere, con una multa che potrebbe arrivare a 30.000 euro! In pubblico? La pena si aggraverà ulteriormente: sette anni di prigione e una multa massima di 25.000 euro!
Nonostante queste sanzioni più severe, i giudici avranno ancora la possibilità di infliggere pene condizionali.
Anche il Partito Nazionalista si è già schierato a favore di queste misure più dure.
“La maggior parte delle persone rispetta la polizia, ma un solo caso di violenza è già troppo”
Mercoledì, Camilleri ha voluto chiarire che la stragrande maggioranza della popolazione rispetta i funzionari pubblici e non li aggredirebbe mai. Infatti, ha rivelato un dato sorprendente: negli ultimi sette anni, le aggressioni contro la polizia sono diminuite del 67%. Un risultato importante, grazie anche alle bodycam indossate dagli agenti.
“L’introduzione delle bodycam ha avuto un ruolo fondamentale nel dissuadere chi pensava di aggredire la polizia”
, ha sottolineato il ministro. Queste telecamere, sempre attive, cancellano automaticamente i filmati più vecchi di due minuti, ma una volta che l’agente accende manualmente la telecamera, il dispositivo conserva i due minuti precedenti. E non solo: quando un agente accende la propria bodycam, tutte quelle nelle vicinanze si attivano automaticamente.
Ma, anche se il numero di aggressioni è in calo, “ogni singolo caso è preoccupante e inaccettabile”, ha aggiunto Camilleri.
Questo disegno di legge, ha spiegato, è stato redatto dopo lunghe consultazioni con la polizia e i sindacati, e dopo aver incontrato i due agenti, Clive Mallia e Aidan Demicoli, brutalmente aggrediti mentre stavano semplicemente emettendo una multa per sosta vietata a Ħamrun due settimane fa. Le immagini dell’aggressione, registrate con i loro telefoni, sono state subito condivise sui social, scatenando indignazione.
Quattro uomini e una donna, di età compresa tra i 23 e i 46 anni, sono stati già incriminati per l’aggressione e le lesioni causate agli agenti. Sono accusati di aver formato una banda con l’intento di incutere timore pubblico, minacciare, insultare e aggredire funzionari pubblici, attaccare gli agenti in servizio, infrangere deliberatamente la pace pubblica, danneggiare intenzionalmente proprietà pubbliche e causare lesioni, sia lievi che gravi.
Tuttavia, sembra che il nuovo disegno di legge non si applicherà a questo caso specifico, poiché il crimine è avvenuto prima dell’approvazione della legge.
Proposte già fatte in passato
Non è la prima volta che si parla di eliminare le condanne sospese. Già dieci anni fa, nel 2014, il Partito Nazionalista aveva spinto per misure più severe. All’epoca, la legge fu modificata per introdurre pene più rigide e multe più alte, grazie a una proposta dell’allora deputato dell’opposizione Jason Azzopardi.
Ma Azzopardi voleva andare ancora oltre. Propose una clausola per impedire a magistrati e giudici di concedere la libertà vigilata o condanne sospese per questi reati, rendendo inevitabile il carcere per chi attacca fisicamente e gravemente i funzionari pubblici.
Azzopardi era convinto che le condanne sospese non mandassero un messaggio abbastanza forte contro la violenza sui funzionari pubblici, considerandole di fatto delle assoluzioni che non fungevano da deterrente. Tuttavia, i deputati governativi Owen Bonnici e Deborah Schembri non erano d’accordo, sostenendo che queste condanne fossero uno strumento essenziale per una giustizia rieducativa.
Foto: Chris Sant Fournier
Video: Chris Sant Fournier