Una nuova rivoluzione sta per travolgere il mercato immobiliare maltese: gli affitti brevi saranno concessi solo se i vicini diranno sì. Un’idea audace, quella del governo, che promette di mettere ordine in un settore esplosivo, ma non senza scatenare polemiche. L’annuncio arriva direttamente dal CEO dell’Autorità del Turismo di Malta, Carlo Micallef, durante un evento del settore ristorativo: “Presto saranno negati i permessi per gli affitti brevi nei condomini dove non c’è l’approvazione dei residenti”
. E non finisce qui. Ogni tre anni, i proprietari dovranno ripresentarsi al giudizio dei vicini per mantenere la licenza. Una mossa drastica, motivata da numerose lamentele su schiamazzi, sporcizia e un continuo viavai di estranei.
Ma c’è chi alza la voce. Matthew Zammit, CEO di 360 Estates, che gestisce centinaia di affitti brevi, non le manda a dire: “Capisco che servano delle regole, ma non così. Questo provvedimento sarà un disastro per migliaia di proprietari e gestori”. E sottolinea un punto cruciale: “L’80% dei nostri clienti ha investito negli affitti brevi per vivere, non parliamo di grandi costruttori. Questo farà crollare il valore delle case e del settore intero”
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Dall’altro lato, c’è chi tira un sospiro di sollievo. John Pillow, sindaco di Sliema, applaude alla proposta: “È giusto che i proprietari abbiano bisogno del permesso dei vicini, che spesso sono contrari agli affitti brevi”. Tuttavia, l’equità nell’applicazione della norma è fondamentale: “Non possiamo limitarci ai condomini. Ci sono problemi anche con villette, case a schiera e maisonette”
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Non tutti però vedono la luce in fondo al tunnel. Noel Muscat, sindaco di Swieqi, è scettico: “Non basta. Questa misura sposterà il problema altrove, non lo risolverà”. Il rischio? Vedere sorgere interi blocchi dedicati agli affitti brevi. “Nel mio comune sta già accadendo. Questi edifici vengono progettati appositamente per Airbnb e simili”. Muscat avverte: “Le attività commerciali non dovrebbero esistere in zone residenziali”
e propone un limite al numero di turisti ospitabili in ogni località.
Ma c’è un altro nemico, secondo Tony Zahra, presidente della Malta Hotels and Restaurants Association: le migliaia di appartamenti affittati senza licenza. “Non importa dove si concedono i permessi, l’importante è che ci sia una licenza”, spiega Zahra, aggiungendo che i costi di licenza per gli hotel superano i 35.000 euro. “Non siamo contro la concorrenza, vogliamo solo parità di condizioni”. Zahra chiede al governo di usare i nuovi strumenti europei per monitorare gli affitti brevi e agire contro gli irregolari: “Fate il vostro dovere”
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Il pubblico, intanto, si divide. Sui social, alcuni esultano: “Finalmente!”, “Era ora!”. Altri attaccano: “Ridicolo non poter affittare la mia casa come voglio”, “Questa è discriminazione”. E mentre qualcuno si interroga se lo stesso principio dovrebbe applicarsi agli affitti a lungo termine, altri invocano maggiori controlli sulle regole già esistenti.
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