Malta

Allied Newspapers nei guai: il verdetto su Camilleri smonta ogni difesa

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Una sentenza che inchioda Allied Newspapers, un verdetto che non lascia spazio a dubbi: il licenziamento di Ivan Camilleri è stato non solo proceduralmente scorretto, ma anche ingiusto nel merito. Eppure, Allied continua a distorcere la realtà dei fatti, cercando di minimizzare una decisione che la condanna senza appello. L’ex giornalista non ci sta e risponde con forza: “Questa è una palese manipolazione della verità, un tentativo di ingannare i lettori del Times.”

Camilleri fa riferimento alla dichiarazione pubblicata dal Times of Malta  il 14 febbraio 2025 e al successivo reportage del 15 febbraio, dove Allied Newspapers ha affermato che il caso sarebbe stato perso solo per “questioni procedurali”. Ma la realtà, stabilita nero su bianco dalla Corte d’Appello, è ben diversa.

Il Tribunale Industriale prima e la Corte d’Appello poi hanno infatti accertato due verità fondamentali: il licenziamento di Camilleri è stato viziato da gravi irregolarità procedurali ed è stato del tutto ingiustificato nel merito.  Non solo Allied non ha mai fornito prove concrete a sostegno delle accuse contro l’ex giornalista, ma è stata addirittura bacchettata dalla Corte per aver tentato di scaricare su di lui l’onere della prova. Un dettaglio che, secondo Camilleri, dovrebbe far riflettere profondamente sulla condotta dell’azienda.

Non finisce qui. La sentenza evidenzia come, al contrario, siano emerse prove che confermano l’innocenza di Camilleri, smontando punto per punto le accuse mosse nei suoi confronti. E il tentativo di Allied di far passare la decisione del Tribunale come una mera questione procedurale è stato spazzato via dalla Corte d’Appello, che ha scritto a chiare lettere: “Questa Corte non trova alcuna base per sostenere che il Tribunale abbia dato maggior peso all’aspetto procedurale rispetto al merito del caso che ha portato al licenziamento”.

Camilleri non usa mezzi termini: “Non c’è alcun dubbio che il mio licenziamento sia stato ingiusto sotto ogni punto di vista. Allied sta manipolando i fatti e fuorviando i lettori del Times.” E ora, Allied dovrà pagare: la Corte ha infatti confermato che la società è obbligata a versare un risarcimento di 171.000 euro , una somma che copre non solo la perdita di reddito, ma anche i danni morali e alla reputazione subiti da Camilleri a causa delle accuse infondate.

Eppure, invece di accettare il verdetto e porgere delle scuse, Allied continua a ribadire le accuse nei confronti dell’ex giornalista. Una mossa che Camilleri definisce senza mezzi termini “diffamatoria e contraria a quanto stabilito dal Tribunale e dalla Corte d’Appello, che hanno reso una decisione ormai definitiva e inappellabile.”

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Camilleri conclude con un messaggio tagliente, rivolto direttamente ai vertici dell’azienda: “Invece di perseverare nei propri errori, il Consiglio di Amministrazione e gli azionisti di Allied farebbero meglio a riflettere seriamente, a chiedermi pubblicamente scusa e a prendere provvedimenti contro quei dirigenti che hanno messo a rischio la reputazione di un giornale che un tempo era rispettato.”

Nota dell’editore: Pur rispettando la decisione della Corte, confermiamo la posizione di Allied e la decisione dell’azienda di licenziare il giornalista per tutelare l’integrità della redazione. Non c’è nessuna “scusa pubblica” da fare.

Foto:  Matthew Mirabelli

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